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lunedì 20 maggio 2024 | ore 01:49

CAP punta sui fattori ESG

Le strategie di environment, social e governance sono il riferimento per sostenere lo sviluppo sostenibile del territorio. Nel 2019, 107 milioni di euro di investimenti in infrastrutture.
Ambiente - Centro ricerca Salazzurra

Uscire dalla crisi economica scatenata alla pandemia investendo sul territorio; contrastare gli effetti dei cambiamenti climatici mettendo in atto strategie per mitigare i rischi territoriali a livello locale; adottare strategie green e carbon neutral per abbattere le emissioni inquinanti: Gruppo CAP, gestore del servizio idrico integrato della Città metropolitana di Milano, punta sui fattori ESG (environment, social, governance), per affrontare le sfide del presente e far crescere il territorio su cui opera. “Ripresa economica e sostenibilità non sono fattori contrapposti, ma complementari, commenta Alessandro Russo, presidente e amministratore delegato di Gruppo CAP. Oggi si tratta di capire che il ruolo di aziende pubbliche come CAP è quello di fare ripartire l’economia rilanciando gli investimenti. E occorre farlo in modo strategico e trasparente. Non c’è nessuna contrapposizione tra ripartenza e sostenibilità. Anzi. I nostri oltre 100 milioni di investimenti sono solo una piccola parte di quelli che servirebbero, ad esempio, per mettere in sicurezza idraulica il territorio. E si pone allora il tema dei fabbisogni finanziari, di come rendere possibile la crescita del territorio attirando capitali e investitori. Se è vero che dall’UE arriveranno importanti risorse, è altrettanto vero che la pubblica amministrazione deve dimostrarsi all’altezza nel progettare, realizzare e rendicontare con trasparenza. In questo, tempi rapidi, attenzione al territorio, dialogo con gli stakeholder e gli investitori, trasparenza e governance chiara, sono fondamentali”. I fattori ESG sono nel DNA di un’azienda come Gruppo CAP. Lo dimostrano proprio i dati emersi dal Bilancio di Sostenibilità del 2019. Secondo la Dichiarazione di carattere non Finanziario (DNF) 2019, la monoutility lombarda ha realizzato 107 milioni di euro di investimenti in infrastrutture, 12 milioni in più rispetto al 2018 e un valore economico di oltre 277 milioni di euro distribuito agli stakeholder, un incremento del 7% rispetto all’anno precedente. Risultati raggiunti grazie alla strada tracciata dal Piano di Sostenibilità redatto nel 2019 che guida l’azienda nell’affrontare in modo efficace le sfide sociali, economiche e ambientali che si presenteranno nei prossimi anni. Nel definirsi un’azienda “Sensibile”, “Resiliente” e “Innovatrice”- questi i tre pilastri della strategia di sostenibilità di CAP- l’utility della Città metropolitana di Milano ha messo al centro del proprio piano industriale un vero e proprio green deal basato sul dialogo e la partecipazione degli stakeholder, sulla digitalizzazione e l’economia circolare. “Fare impresa non è pensabile senza una strategia integrale che tenga insieme tutti i fattori produttivi tra cui quelli ESG”, continua Russo. “Non possiamo considerare i fattori ESG come driver aggiuntivi a quelli tradizionali. Si tratta di cambiare punto di vista, adottando un approccio olistico. Il piano di sostenibilità è proprio questo: una strategia industriale che parte dall’analisi dei punti di forza e debolezza e dall’individuazione dei rischi e delle opportunità dell’azienda, e identifica le principali sfide di industria sostenibile a partire dai principali trend sociali, economici e ambientali in un orizzonte di lungo periodo”. Dopo l'irruzione della pandemia dovuta al Coronavirus, la sostenibilità, sotto forma di massicci investimenti in chiave green, è indicata da molti come la strada maestra per superare gli enormi impatti economici negativi innescati dalla diffusione del virus. Per un’azienda come CAP, fortemente connessa con il suo territorio, parlare di ripresa significa far ripartire i cantieri, fare investimenti su tecnologie e impianti, spingere su ricerca e innovazione. Fare tutto questo significa lavorare sulle condizioni di possibilità e di sostenibilità dell’industria idrica nei prossimi decenni. E in questo, la rendicontazione non finanziaria è fondamentale: non si può costruire un piano industriale senza il territorio, senza che questo sia parte integrante della strategia di un’azienda.

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