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venerdì 19 aprile 2024 | ore 02:03

La paura più del Coronavirus

L’emergenza Coronavirus sta preoccupando e allarmando oltremodo milioni di cittadini in giro per il mondo. Dal momento in cui la notizia del virus è stata resa nota...
Attualità - Paura Coronavirus (Foto internet)

L’emergenza Coronavirus sta preoccupando e allarmando oltremodo milioni di cittadini in giro per il mondo. Dal momento in cui la notizia del virus è stata resa nota (seconda metà di dicembre) ad oggi si stimano oltre 28353 contagi e più di 560 decessi, dunque un tasso di mortalità relativamente basso. Un dato esiguo, se paragonato, per esempio, al responsabile della meningite, che possiede un tasso di mortalità pari al 15%. Ma, nonostante i numeri, sembra aver preso piede una crisi internazionale legata per lo più alla paura di un contagio. La vittima più grave di questa paura, però, non è umana e rischia, per conseguenza della sua “infezione”, di produrre più danni della stessa “inoffensiva” influenza. Si conta, dagli inizi di gennaio, una riduzione della domanda del greggio in Cina di circa il 20% (corrispondente a circa 3 milioni di barili estratti al giorno) con un ribasso del prezzo al barile dai 65 dollari fino ai 51 di oggi. Un crollo tra i più gravi dell’ultimo ventennio, addirittura maggiore di quello legato alla crisi del 2008 e di quello conseguente alla caduta delle Torri gemelle. La riduzione della domanda di petrolio si deve leggere come una forte contrazione del mercato asiatico sia in entrata che in uscita e non può essere certamente lieta novella per quei Paesi che fondano sull’export il proprio prodotto interno lordo (vedasi Italia). Se per i consumatori, all’apparenza, quantomeno, il prezzo ai distributori è calato, per uno Stato fortemente dipendente dal commercio estero, questa deve leggersi come una vera botta. E se è anche nella capacità di dare risposte, che si vede la prontezza di un Paese, l’Italia non si è fatta apprezzare per lungimiranza. Con un Pil composto per ⅓ da export, in preda al panico il governo (unico in Europa) ha deciso di bloccare per alcuni giorni l’intero traffico aereo da e per la Cina. Decisione giá discutibile se si pensa ai collegamenti civili; folle se si fa riferimento ai cargo. Merci bloccate, senza che vi fosse alcuna possibilità di trasferire il virus, e altri danni al paziente, che più di tutti, ingiustificatamente, sta soffrendo il terrore di un virus tutt’altro che mortale. Un approccio più razionale avrebbe suggerito di tutelare la ricchezza del nostro Paese, evitando di contribuire alla diffusione di ingiustificate paure, che rischiano di avere conseguenze più gravi della malattia stessa.

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