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venerdì 26 aprile 2024 | ore 18:23

'Autonomia... a che punto siamo?'

Un incontro pubblico, venerdì scorso in sala consiliare, organizzato dalla sezione cittadina della Lega. Presenti il viceministro Garavaglia e l'assessore regionale Galli.
Castano Primo - In sala consiliare per parlare di autonomia

Una domanda molto semplice, ma altrettanto fondamentale: 'Autonomia... a che punto siamo?' (riprendendo proprio il titolo dell’incontro). Un tavolo di relatori, poi, che spaziava dalla Regione al Governo (c’era l’assessore all’autonomia, appunto, e cultura della Lombardia, Stefano Bruno Galli, quindi il vice ministro dell’Economia Massimo Garavaglia e i consiglieri regionali Silvia Scurati, Simone Giudici e Curzio Trezzani), perché il tema è certamente di quelli che da tempo ormai sta focalizzando le attenzioni. Se tanto, insomma, si è detto e, a più riprese, si è fatto e si sta continuando a fare, tanto si è tornati a dire anche lo scorso venerdì sera in sala consiliare a Castano Primo. L’autonomia allora, dopo i saluti della sezione cittadina della Lega (promotrice dell’iniziativa), ecco che si è entrati a pieno nell’argomento.“Innanzitutto, ci tengo a precisare che la partita per l’autonomia l’abbiamo cominciata 5 anni fa – ha dichiarato l’assessore Galli – Più precisamente nel 2014 siamo partiti con il gruppo di lavoro, quindi il 17 febbraio 2015 la proposta è stata portata in aula e, infine, il 22 ottobre 2017 siamo arrivati al referendum consultivo territoriale. Adesso, dunque, possiamo dire di essere all’ultimo miglio, nel senso che la nostra intesa è sostanzialmente completata e mancano veramente poche battute. L’altro giorno, inoltre, ci siamo incontrati con il ministro Stefani, proprio per parlare di questo. C’erano i presidenti di tutte le regioni, quelle a statuto speciale e quelle a statuto ordinario e, confesso, che da parte di alcuni governatori delle regioni centro meridionali ne sono venute fuori un po’ di tutti i colori. Mi riferisco alle polemiche che leggete sui giornali negli ultimi mesi, ossia le dichiarazioni sul fatto che si tratta di una partita che non è costituzionale, che così facendo si vuole creare una società dei cittadini di serie A e di serie B… Beh, di fronte a simili discussioni, che trovo onestamente stucchevoli, bisogna dire una cosa: noi, con questa trattativa, stiamo andando verso un’opportunità che ci offre la costituzione repubblicana, ovvero che le regioni a statuto ordinario che sono in pareggio di bilancio possono aprire con il Governo centrale una contrattazione per avere dei margini maggiori di autonomia. Ecco, la riforma esiste dal 2001 e queste polemiche, dunque, bisognava avere gli attributi di farle fin da quei momenti; portarle all’attenzione oggi, dopo 18 anni, non ha senso. Dov’erano quelli che adesso affermano che è incostituzionale, guarda caso sono gli stessi che questa riforma l’hanno proposta con il Governo Amato in uscita, tre giorni prima, con soli tre voti di maggioranza”. Tanti, dunque, i tasselli messi fino ad ora, guardando con particolare attenzione al futuro. “In questo senso la tornata elettorale del 26 maggio sarà importantissima – ha proseguito Galli – Non dimentichiamoci, infatti, che quando ci siamo seduti a ragionare sulle funzioni meramente amministrative, abbiamo pensato ai nostri Comuni e, pertanto, al momento di chiudere l’intesa, incominceremo in Consiglio Regionale un’attività legislativa e regolamentare molto intensa, andando a decentrare tutte le funzioni amministrative degli stessi enti. Da qui, dunque, l’importanza, lo ribadisco, delle prossime elezioni, perché dovremo selezionare una classe politica di qualità, in quanto a quella classe politica daremo più responsabilità, più risorse e avremo bisogno di sindaci appassionati, capaci, che si dedicano, perché che dovranno gestire Comuni che saranno diversi dagli attuali”. “Due indicazioni – ha concluso il viceministro Garavaglia – La prima, nello specifico, partendo dalla domanda c’è un problema con le Regioni? Bene, come ci siamo mossi: abbiamo chiuso un accordo che sostanzialmente dice come 2 miliardi e mezzo del badget viene trasformato da spesa corrente a spesa di investimento, con il risultato che, il primo mese e mezzo di spesa di investimento delle Regioni, ha fatto registrare un +84%. Quindi, il secondo passaggio messo in campo per i Comuni: una circolare della ragioneria dove si spiegava che si poteva spendere tutto l’avanzo di amministrazione, dando contemporaneamente un po’ di ‘benzina’ a quelli più piccoli (fino a 20 mila abitanti, ecco 400 milioni, più altri 500 nel decreto passato proprio in queste ore), oltre ad avere alzato la soglia degli appalti, perché con le regole di chi ha governato negli ultimi anni se si bucava il tetto qui, tu mettevi sotto un secchio, poi facevi una gara per la progettazione, una per la ditta e forse dopo 2 anni e mezzo, sempre che non ci fossero stati ricorsi, magari lo aggiustavi. Morale, banalmente con simili azioni, il risultato è +22% la spesa degli stessi”.

ALCUNI MOMENTI DELL'INCONTRO

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