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venerdì 29 marzo 2024 | ore 11:19

Il Crocifisso: arma impropria

Anche alle nostre latitudini, i simboli cristiani, in particolare il Crocifisso, è diventato un’arma di lotta politica ed ha fatto la sua comparsa in un comizio pubblico.
Rubrica Frecce sui Giorni Nostri - Crocifisso (da internet)

Qualche mese fa parecchi si sono chiesti cosa stesse succedendo in Polonia, Paese dove il cattolicesimo è una quercia indomita e dove alcuni partiti stanno usando la religione come strumento per la lotta politica: dalla difesa delle tradizioni, al rifiuto di condividere con gli altri membri dell’UE (la Polonia è entrata nel 2004 e da allora gode di significativi benefici economici). Anche alle nostre latitudini, più di recente, i simboli cristiani, in particolare il Crocifisso, è diventato un’arma di lotta politica ed ha fatto la sua comparsa in un comizio pubblico, nella città di Milano. Ancora, sempre nell’ottica di un’ottusa, insipiente contrapposizione di sapore politico, in Italia, almeno una volta all’anno, torna in auge la polemica sul Crocifisso nei luoghi pubblici non destinati al culto, vuoi perché una madre o un padre non vogliono che il figlio sieda tra i banchi di scuola di fronte ad un Crocifisso, vuoi perché un preside illuminato decide, non solo di togliere di mezzo il Natale, ma anche la Croce dalle aule. In questi casi, una reazione ciecamente contrappositiva non è mai molto felice. Giova riflettere e molto, sulla questione del Crocifisso e del suo disinvolto uso come distintivo o addirittura come arma impropria, soprattutto perché è una parte dei cattolici a lasciarsi affascinare da questa pericolosa retorica della croce (il minuscolo qui è voluto). Scrive Enzo Bianchi che nel nostro Paese non manca chi si aggira “impugnando di nuovo la croce come bandiera, se non come clava minacciosa, per difendere un’identità culturale e marcare il territorio riducendo questo simbolo cristiano a una sorta di idolo tribale e localistico” (L’altro siamo noi, Torino, Einaudi, 2010, p.80) e ancora più nettamente, poco oltre, Bianchi sottolinea che “se la croce è brandita come una spada, è Gesù a essere bestemmiato a causa di chi si fregia magari del suo nome ma contraddice il vangelo”(p.81).

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