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lunedì 20 maggio 2024 | ore 08:10

Tutti un po'... islandesi

La bellissima favola della nazionale dell'Islanda ai campionati Europei di calcio in Francia. In Darsena a Milano ecco, allora, un flash mob con la tipica 'haka' islandese.
Sport - Tutti in Darsena a seguire la nazionale islandese di calcio

Dopo il Leicester di Claudio Ranieri, campione di Inghilterra, con una squadra decisamente inferiore alle avversarie, abbiamo tutti, amanti o meno del calcio, preso quell’abitudine di stare dalla parte del meno forte o del più indifeso. Sarà perché ci piace sognare o semplicemente perché ci divertiamo , però pare che anche ad Euro 2016 non abbiamo saputo resistere. La storia della nazionale islandese in questi campionati europei è, infatti, una delle favole più belle del calcio moderno. Parliamo di una squadra che si schiera con un ex regista cinematografico in porta, solo per fare un esempio, e che, dunque, aveva lo sfavore di ogni possibile pronostico. Invece la piccola Islanda, supportata da 323.000 abitanti, uniti come una grande famiglia, ha saputo viaggiare sulle ali di un sogno, che li ha condotti sino ai quarti di finale. Un sogno che anche gli italiani, con un po’ di rammarico per la loro eliminazione, hanno voluto cullare fino alla fine. Ed è cosi che domenica scorsa la distanza tra Milano e Reykjavík si è magicamente annullata. Queste due città, per una notte sono state una cosa sola. La Darsena milanese ha, infatti, ospitato un flash mob, organizzato dalla pagina facebook 'Chiamarsi Bomber', in collaborazione con La Gazzetta dello Sport, che aveva lo scopo di riproporre la tipica 'haka' islandese, nota anche come 'Geyser Sound', per il movimento riconducibile al getto dei tipici geyser islandesi, che la squadra nordica mimava dopo ogni vittoria. L’evento ha visto la partecipazione di qualche centinaio di persone, muniti di t-shirt ufficiali, offerte per l’occasione, che hanno ballato e sostenuto per tutta la partita la squadra islandese. Purtroppo la selezione francese ha, poi, bruscamente messo fine a questa bella storia, ma ciò non toglie che i 'vichinghi' hanno sicuramente saputo dare un’immagine positiva di sport che supera le distanze e i colori e si allontana dagli hooligans. Un’immagine, a cui tutti aspiriamo.

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