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venerdì 19 aprile 2024 | ore 20:12

'D' come... donna

Domenica scorsa alla palestra di Marcallo con Casone, la difesa in rosa è andata in scena con tante persone. Un momento importante di spiegazione, confronto e riflessione.
Marcallo con Casone - Difesa in rosa

Successo previsto, d'altronde. Per il quarto anno consecutivo, il progetto dedicato alla difesa personale, ha visto molte persone presenti, di età diverse tra loro. Insieme alla ideatrice dell'iniziativa, insegnante di ginnastica e assessore allo sport, Tiziana Moscatelli e al maestro di ju jitsu Antonio Gentile, ora in carica al Comando della Polizia locale di Sedriano, c'erano alcuni "bracci sinistri" di Gentile, tra cui maestro Maio che ha "accettato la sfida per la quarta volta, per dare il mio contributo ad una sensibilizzazione così importante", ha spiegato a fine lezione. Il momento rivolto alla difesa, ha previsto una sorta di allenamento pre tecniche, in cui i partecipanti si sono sciolti le gambe con una corsa in palestra e stretching. Il secondo step, vedeva la formazione di due grandi gruppi di persone; qui, la disposizione in due file, per poter raggiungere i maestri a cui tirare (sui guantoni) i calci prima suggeriti per le mosse di autodifesa. Giovani e meno giovani, hanno così applicato alcune tecniche pratiche da attuare in casi di emergenza, perché come sosteniamo in coro, non c'è modo migliore che conoscere le tecniche, praticandole. Diversamente, in questi giorni, si sono sollevano parecchie obiezioni rispetto alle varie iniziative relative alla difesa in generale: alcune persone, specie su facebook, viaggiano con post in cui viene osservato che "non è la vittima a imparare a difendersi, ma il maleintenzionato a dover essere educato". Ora. Se il vecchio proverbio recita "Chi nasce tondo, non può morire quadrato", o quanti altri ne potremmo tirar fuori... cosa cambierebbe? E' come insegnare a essere genitori, oppure a comportarsi civilmente con le persone e gli animali... stesso paragone. I migliori specialisti nel campo della psicologia informano che l'aggressività è il loro punto debole su cui la vittima non può farne forza, ma che al contrario deve solo allontanarsi. Il piccolo uomo, così come le piccole persone che compiono atti indegni e condannati dall'umanità intera, non si correggero con corsi o esercizi pratici. L'autocontrollo può essere gestito in sedute psicologie che non è compito delle associazioni svolgere, bensì nelle sedi opportune. "Nel pratico, attuare l'autodifesa, ci fa capire che è possibile prendere le distanze e sapersi comportare nelle situazioni difficili", spiega il giovane Enea; "psicologicamente fare un corso del genere, mi ha permesso di saperne di più sull'autodifesa", aggiunge l'amico Matteo con cui ha partecipato per la prima volta. Kevin invece riporta dalla sua esperienza che "gli esercizi danno sicuramente una realtà completa della visione "difesa"; difesa che per Agnese, che ha preso parte anche per la partecipazione di suo zio, uno dei maestri, Pasquale, ha considerato l'incontro "come un momento di condivisione e che sarebbe bello promuovere queste idee anche negli altri comuni", ha ribadito anche Beatrice, che è rimasta soddisfatta del progetto. Angela, anche lei una delle signore presenti alla difesa in rosa, ha voluto "dare importanza all'insegnamento delle nuove tecniche, proprio per sapere in extremis, il dà farsi". Alla domanda se si conosceva qualcheduno, anche per sentito dire, che avesse avuto problemi di questo genere, non sono state riportate segnalazioni. Segnalazioni e casi che però, anche il 25 novembre, nella giornata della violenza contro le donne, si sono ancora e purtroppo riscontrati. #stopallaviolenza

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