Si dice che ogni studente aspetti la fine della scuola per tutto l’anno, ma è davvero così? Il rapporto tra un alunno e la scuola varia sicuramente in base all’età: se per un bambino è del tutto normale aspettare l’ultitma campanella di quei nove mesi di ‘sacrifici’ (perché tolgono tempo al gioco), per un ragazzo delle Superiori la situazione diventa più complessa. Quando vai, infatti, alle Superiori entri in un’età nella quale vieni investito da un gran numero di responsabilità dovute a una maturazione che viene pretesa (se non imposta), ma allo stesso tempo, da un’irrefrenabile voglia di libertà e divertimento, altamente ostacolate dall’estremo numero di verifiche o progetti scolastici. Ogni adolescente tende a vedere la scuola come una sorta di purgatorio dantesco e, come le anime aspirano al paradiso, loro aspirano appunto a quell’ultima campanella. Ma, nonostante lo ammettano o meno, quando l’inizio di giugno si avvicina, nella testa (e nel cuore) di ogni studente si crea una sorta di nostalgia. Per quanto lo si voglia negare la scuola non è solo stress o studio, è il luogo dove un giovane passa la maggior parte della giornata; è il luogo nel quale si creano le amicizie che durano una vita ed è quel luogo che, nonostante ti abbia fatto penare o tu l’abbia maledetto centinaia di volte, ricorderai con un sorriso in volto. Ma ammetiamolo, per quanto un alunno scopra che la scuola alla fine non è così male (se si tralasciano le crisi di panico pre-interrogazione e lo svegliarsi presto la mattina), l’estate resta la meta più ambita durante il quale puoi finalmente rilassarti e recuperare le forze, pregando il cielo di non spenderle tutte durante l’anno che verrà...

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