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mercoledì 01 maggio 2024 | ore 18:27

Question time: "no" in consiglio

Uno spazio per i cittadini dopo i consigli comunali: la mozione di 'Uniti per una Turbigo da Vivere' non è passata. Il sindaco: "Ci sono già diverse forme per i turbighesi".
Turbigo - Il consiglio comunale (Foto internet)

L’idea era semplice: uno spazio al termine del consiglio comunale dove i cittadini avessero la possibilità di porre una domanda, chiedere delucidazioni e spiegazioni in merito a questo o quell’argomento. E dove gli amministratori ed i consiglieri potessero, quindi, rispondere in presa diretta, senza che passasse del tempo e magari che le singole richieste andassero perdute oppure dimenticate. Un “question time” insomma; ma, alla fine, la proposta non è passata. “Si parla di coinvolgere la popolazione nella vita e nelle scelte del paese, poi però quando è il momento di fare qualcosa di concreto, ci si tira indietro – dice il gruppo consiliare “Uniti per una Turbigo da Vivere”, che ha presentato, appunto, la mozione – Sarebbe stata un’importante occasione, invece…”. La mozione, depositata in comune ormai qualche settimana fa, chiedeva, dunque, alla giunta di dedicare alla fine delle singole sedute uno spazio per i turbighesi. “Molti altri comuni già lo fanno – continua “Uniti per una Turbigo da Vivere” – La nostra disponibilità era massima, a rivedere e studiare insieme, minoranze e maggioranza, modalità e gestione dell’iniziativa, tra l’altro semplicissime”. Nello specifico: 30 minuti per rivolgere le domande, un modulo da compilare e presentare all’ufficio protocollo 48 ore prima del consiglio, interventi su questioni locali (esclusi quelli relativi all’ordine del giorno), un minuto a testa (e 3 per la risposta), più un altro minuto per il cittadino che ha posto l’interrogativo per esprimere la propria soddisfazione o meno. Infine, alcune regole prestabilite (non è possibile fare interventi): approvazione delle linee programmatiche di mandato, bilancio di previsione, rendiconto di gestione, approvazione e adozione degli strumenti urbanisti generali. “Non è stato un “no” a priori come qualcuno ha detto – commenta il sindaco, Christian Garavaglia – Innanzitutto il consiglio comunale è un organo deliberativo collegiale, eletto democraticamente dal popolo, dove gli interventi sono consentiti ai singoli consiglieri: che senso avrebbero il ruolo di consigliere comunale e le elezioni democratiche se chiunque può intervenire nel consiglio? Ma soprattutto, per come era stata concepita l’iniziativa (un minuto di tempo a domanda) era chiaramente superficiale e superata da quello che già facciamo quotidianamente. I cittadini hanno bisogno del giusto tempo per affrontare, discutere e approfondire gli argomenti con gli amministratori. Le forme a disposizione sono già varie (che negli anni sono state più volte utilizzate), in più come Amministrazione ci siamo attivati fornendo ulteriori possibilità (un esempio è la sezione “scrivi al sindaco” sul sito internet del comune) e gli incontri con la gente sono praticamente quotidiani (30/40 minuti circa con ognuno). Siamo sempre a disposizione di chi ha bisogno, vuole proporre e discutere del nostro paese".

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