La bandiera dei combattenti e reduci in mano, fiero ed orgoglioso perché per lui quella stessa bandiera rappresentava un valore e un ideale inestimabile. E non c’era manifestazione solenne a cui non fosse presente, così come anche con le scuole si è sempre reso disponibile per portare la sua testimonianza e tramandare alle nuove generazioni la fedeltà e l’amore della Patria. Le immagini ed i ricordi sono tanti, tantissimi, poi i racconti della guerra o delle varie celebrazioni, tutti stampati nella memoria e nei cuori dei turbighesi. Classe 1921, Ermanno Solivardi, lo storico presidente dell’associazione combattenti e reduci di Turbigo, se ne è andato per sempre l’altro giorno, facendo calare lentamente in paese un immenso silenzio che, subito, si è mischiato ad un senso di vuoto difficile da descrivere a parole. Una persona ed una figura d’altri tempi, un punto di riferimento che ha scritto pagine e pagine della storia cittadina e del territorio. Per anni alla guida della locale sezione dei combattenti e reduci, prigioniero durante la guerra in un campo di concentramento dell’Africa ed anche socio dei bersaglieri di Busto Arsizio, inoltre era uno dei “Turbighesi d’oro” (premio che viene dato a chi si è adoperato per il proprio territorio, vivendo in prima persona i valori della solidarietà, dell’amicizia e del servizio a favore degli altri, dimostrando un elevato profilo morale ed umano e di essersi impegnato nel mondo del volontariato, sportivo, sociale o culturale) e famose erano le sue gioebie per il tradizionale falò della Pro Loco. “Turbigo perde un grande uomo, ma certamente non perderà i valori e gli insegnamenti da lui impartiti – sono state le parole dell’Amministrazione comunale”.

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