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Peste suina: "Ok piano gestione cinghiali"

La peste suina rappresenta una grave minaccia per i nostri allevamenti e il rischio dell’espandersi del contagio dentro alle stalle costituirebbe un danno importante soprattutto in Lombardia dove è allevato oltre il 50% dei maiali italiani. È quanto afferma la Coldiretti regionale.
Territorio - Allarme peste suina (Foto internet)

La peste suina rappresenta una grave minaccia per i nostri allevamenti e il rischio dell’espandersi del contagio dentro alle stalle costituirebbe un danno importante soprattutto in Lombardia dove è allevato oltre il 50% dei maiali italiani. È quanto afferma la Coldiretti regionale nell’accogliere positivamente l’approvazione da parte della Giunta lombarda del Piano regionale di interventi urgenti per la gestione, il controllo e l'eradicazione della Peste suina africana nei suini di allevamento e nella specie cinghiale per il periodo 2022/2025, così come annunciato dall’assessore all’Agricoltura, Alimentazione e Sistemi Verdi, Fabio Rolfi.

Più volte abbiamo denunciato i pericoli della proliferazione e diffusione senza freni di questi ungulati – continua la Coldiretti Lombardia – che oltre a provocare danni nelle campagne e incidenti, rappresentano un pericoloso veicolo per la peste suina. La diffusione di questa malattia – prosegue la Coldiretti regionale – minaccia anche quattro salumi di qualità su cinque prodotti in Lombardia, che rischiano di scomparire se il virus dovesse diffondersi negli allevamenti di maiali. Ogni iniziativa che può aiutare a contenere la presenza di questi animali è quindi importante.

Con il piano regionale, a contrasto alla peste suina si estende la caccia di selezione in tutta la regione. Tra le misure previste nel piano di 'Interventi Annuali di Prelievo del cinghiale', la sostituzione per la caccia di selezione della soglia massima di prelievo con una soglia realizzativa minima, che deve corrispondere a un target di prelievo pari a non meno dell'80% della popolazione stimata nell'Unità di gestione di attuazione. Si fissa, inoltre, l'obiettivo di un incremento minimo del 30% di capi prelevabili in caccia di selezione rispetto a quanto stabilito in sede di ciascun piano di prelievo.

Secondo le ultime stime – afferma la Coldiretti – a livello nazionale il numero dei cinghiali è salito a 2,3 milioni di esemplari. I branchi si spingono sempre più vicini ad abitazioni e scuole, razzolano tra i rifiuti con rischi per la salute, distruggono i raccolti, aggrediscono gli animali, assediano stalle, causano incidenti stradali con morti e feriti. Una situazione che è diventata insostenibile con danni economici incalcolabili alle produzioni agricole danneggiate, dal fieno al mais, dalle patate ai piccoli frutti, dal riso alle vigne fino agli uliveti.

Questi animali – conclude la Coldiretti Lombardia – sconvolgono l’equilibrio ambientale di vasti ecosistemi territoriali in aree di pregio naturalistico e non risparmiano nemmeno i muretti a secco, la cui arte è stata riconosciuta dall’Unesco patrimonio immateriale dell’Umanità.

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