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sabato 04 maggio 2024 | ore 01:41

'Aumma', buon compleanno Italia

La nostra Nazione compie centocinquant'anni, ma cosa è stata? Cosa è? Cosa sarà? Una rivisitazione davvero singolare sotto la firma di Facchetti e De Pascalis.
Foto di scena: Aumma

Da ieri sera, 15 febbraio, fino alla prossima domenica 27, troneggia sul palcoscenico del Teatro Leonardo di Milano (via Ampere 1) l'anteprima nazionale di 'Aumma', spettacolo della compagnia Facchetti/De Pascalis ispirato al centocinquantesimo anniversario dell'unità d'Italia. Nella messa in scena la nostra Nazione sta per compiere gli anni, ma è una donna senza età. Viene festeggiata dai suoi figli e figliastri che per l’occasione tornano a farle visita dopo molto, molto tempo. Il party prende vita incurante delle condizioni della donna, indebolita e stanca; le persone si radunano attorno a una tavola su cui piove dall’alto, mangiando e bevendo, cantando e sparlando, nella maniera più comune che ci sia di passare un giorno come questo. Col passare del tempo, però, i ricordi della donna riemergono dal buio, per perdersi, immediatamente, in un susseguirsi di amnesie: il G8, il caso Moro, piazza Fontana, la guerra civile, il duce, Caporetto... ogni memoria finisce con un, “non ricordo!”. Tutto sparisce ad eccezione del primo amore, Giuseppe Garibaldi, forse un giovane idealizzato, ma l'unico cassetto di memoria capace di accendere una luce negli occhi spenti di Italia: l’eroe del Risorgimento come unica persona degna di essere ricordata. I figli e figliastri le hanno portato un regalo, le ceneri di Peppino accuratamente confezionate al modo dei gioielli. “Io regalo, tu regali, egli regala – dice il regista Gianfelice Facchetti - un presente 'indicativo' di un’identità, quella italiana, che ruota sempre e solo attorno al reciproco scambio di favori, merci e poteri, affinché niente cambi”. Il tempo di cui dispone lo stato è un presente senza fine, perché il passato porta conflitti e scissioni, il futuro sterili parole sul diritto o il dovere del vivere. Mentre il tavolo della festa viene inondato da un potente diluvio, gli invitati si impantanano nella loro incapacità di vedere lontano. La festa da tempo sognata va a rotoli, lasciando pozzanghere, fango e residui del banchetto festoso. In mezzo un pezzo di torta con ancora una candela accesa, speranza flebile di un futuro migliore. Uno spettacolo forte e deciso, politicamente impegnato, ma senza faziosità. Lavoro interessante che merita di essere considerato.

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