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venerdì 19 aprile 2024 | ore 18:44

Legambiente e 'Rapporto Cave'

In merito alle recenti notizie di un impianto di riciclo di materiale inerte da realizzarsi a Buscate, anche la sezione locale di Legambiente è intervenuta.
Buscate - Cava Campana (Foto d'archivio)

In merito alle recenti notizie di un impianto di riciclo di materiale inerte da realizzarsi a Buscate, anche la sezione locale di Legambiente ha espresso un suo parere sulla questione: “Questo tipo di attività di recupero di materiale inerte è parte essenziale di un percorso volto a ridurre la quantità di terreno scavata – si legge nel loro comunicato - Il Rapporto Cave 2021 di Legambiente pone tre obiettivi strategici: aumentare il recupero di inerti da demolizione riducendo il conferimento a discarica. Molti Paesi Europei si stanno muovendo sulla base di questo indirizzo; rendere economicamente vantaggioso l’utilizzo di materiali provenienti da recupero e riciclo a fronte di quelli provenienti da cava; facilitare il recupero, riciclo e riutilizzo in edilizia di rifiuti provenienti da tutti i settori e garantire sbocchi di mercato a questi materiali. Solo così si possono mettere le basi per la riduzione del prelievo in cava e non creare nuovi allargamenti dei buchi già esistenti. Per valutare l’opportunità di installare l’impianto nella cava è necessario conoscere la reale volontà di Cava Campana di realizzarlo o meno, considerato che è passato un anno dall’ultima corrispondenza con Città Metropolitana e che al momento non c’è alcun progetto avviato. Siamo consapevoli che l’individuazione della cava come sede dell’impianto pone alcuni quesiti sia di carattere ambientale sia di valenza storica visti gli avvenimenti di trent’anni fa. Proprio per questo, qualora ci fosse l’intenzione di realizzarlo, occorre che tutti i buscatesi pongano la massima attenzione a far sì che il progetto rispetti necessariamente diverse condizioni, tra cui: essere compatibile con l’attività di recupero ambientale dei terreni della cava che sono tornati di proprietà pubblica; che si attui un rigoroso sistema di controllo, magari anche tramite un’apposita e specificica commissione mista consiglieri e associazioni ambientaliste con verifiche costanti e puntuali sulla corretta esecuzione dell’attività dello stesso impianto”.

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