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lunedì 29 aprile 2024 | ore 12:22

Povertà giovanile in Lombardia

In Lombardia un minore su otto in Lombardia vive in condizione di povertà. La situazione è decisamente migliore rispetto alla media nazionale che si attesta al 22%.
Sociale - Povertà giovanile

"Più di un minore su otto in Lombardia vive in condizione di povertà relativa. Grazie al forte impegno di Regione Lombardia la situazione è decisamente migliore rispetto alla media nazionale che si attesta al 22%. L'emergenza coronavirus, però, rischia di amplificare i numeri. Il Governo deve intervenire subito e con decisione per evitare che la situazione divenga insostenibile in Lombardia e nel Paese intero". Così Stefano Bolognini, assessore regionale alle Politiche sociali, abitative e Disabilità, ha stigmatizzato l'inerzia dell'Esecutivo in relazione alla tematica della povertà giovanile.

DATI ALLARMANTI, SERVONO MISURE NAZIONALI URGENTI - "Nella nostra regione vivono in povertà relativa il 14,5% dei giovani - ha rimarcato Bolognini -, siamo 7 punti e mezzo sotto il dato medio italiano ma senza misure importanti di respiro nazionale da affiancare ai nostri provvedimenti la situazione rischia di diventare ancora più difficile a causa della pandemia in corso". Secondo gli ultimi dati emersi, presentati al convegno 'Vecchie e nuove povertà, un welfare che cambia', in Italia più di tre bambini o ragazzi fino a 15 anni (il 30,6% del totale) sono a rischio povertà ed esclusione sociale. Si tratta di un numero decisamente più elevato rispetto alla media UE (23,8%). Al dibattito organizzato da Regione e dall'assessorato alle politiche sociali, abitative e disabilità, è emerso anche come l'11,4% della popolazione fino a 17 anni viva in condizione di povertà assoluta".

SOGLIE DI POVERTÀ RELATIVA E ASSOLUTA - La soglia di povertà relativa per una famiglia risulta pari alla spesa media mensile per persona. Per un nucleo formato da almeno due componenti in Italia, nel 2019, la soglia è stata di 1.094,95 euro. Al di sotto di tale valore si applica la definizione di 'povero'. Una famiglia viene considerata, invece, in stato di povertà assoluta quando sostiene una spesa mensile per consumi pari o inferiore al valore monetario, a prezzi correnti, dell'insieme di beni e servizi considerati essenziali. Un insieme che viene definito in base all'età dei componenti, alla ripartizione geografica e alla tipologia del comune di residenza. "Nonostante il dato della povertà minorile in Lombardia sia sensibilmente inferiore alla media nazionale - ha detto l'assessore -, la situazione rimane comunque allarmante".

ALLO STUDIO NUOVE LINEE GUIDA REGIONALI - L'appuntamento, in cui i vertici dell'assessorato guidato da Bolognini si sono confrontati con i principali stakeholder, è stato importante anche in previsione dell'aggiornamento delle linee guida del piano regionale di contrasto alla povertà. "Esiste un circolo vizioso - ha sottolineato l'assessore - tra povertà materiale e povertà educativa, che influisce negativamente sulla situazione dei giovani. I figli di famiglie più povere hanno mediamente peggiori risultati scolastici, meno possibilità di frequentare attività extrascolastiche e, quindi, una minore probabilità di sviluppo emotivo e di realizzazione personale. Tutto questo, naturalmente, porta a difficoltà nel sentirsi parte della società e nel trovare un lavoro che permetta di uscire dalla fascia della povertà. Inoltre, la privazione materiale di una generazione risulta spesso essere la causa delle basse possibilità educative per quella successiva, creando nuova povertà".

COLLABORAZIONE PROFICUA CON PRINCIPALI ATTORI - "Siamo impegnati da tempo - ha prosegue Bolognini - nel monitorare la situazione e cercare soluzioni efficaci per spezzare questo circolo vizioso. Sono anche questi momenti di incontro con gli enti, le associazioni, Anci, il terzo settore e tutti gli altri stakeholder che permettono di mettere a punto politiche efficaci. Regione Lombardia, per esempio, ha già previsto nella scorsa primavera una importante misura che andava a sostenere le spese delle famiglie per l'acquisto di tablet e altri dispositivi. Ciò ha permesso agli studenti di potere usufruire delle lezioni a distanza, aspetto molto importante proprio ora, dove una recrudescenza della pandemia obbliga molti ragazzi a dovere necessariamente fruire della didattica a distanza per seguire le lezioni".

PIÙ INCLUSIONE PER EVITARE RADICALIZZAZIONI - "Attraverso il Fondo Sociale Regionale, i laboratori sociali, i contratti di quartiere e il bando del volontariato - ha ricordato Bolognini - la Lombardia ha già attivato numerosi interventi di politica sociale attiva rivolti all'inclusione dei giovani. Stiamo anche definendo progettualità con i fondi europei, in collaborazione con il Terzo Settore. Questo ha un ruolo particolarmente attivo e compie un lavoro straordinario nella nostra regione. Le progettualità e gli interventi che Regione Lombardia porta avanti sono tanti ed efficaci ma - ha concluso l'assessore - con questa particolare congiuntura devono essere necessariamente supportati dall'azione coordinata del Governo.

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