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martedì 12 novembre 2024 | ore 07:27

Il caso di Noa...

Nessuno può ergersi a giudice davanti alla sofferenza di una ragazza. Ma occorre riflettere.
Attualità - Noa, Olanda (da internet)

Fa molto discutere il caso della diciassettenne olandese che ha chiesto di poter morire tramite eutanasia. In Olanda è possibile, per legge, chiedere legalmente la morte anche da minorenni. La ragazza in questione rappresenta un caso limite davanti al quale serve tutto il tatto e il rispetto di cui siamo capaci: Noa, questo il suo nome, era stata molestata ancora bambina e poi aggredita e violentata da due uomini quando era quattordicenne. Da questi eventi traumatici non si era ripresa: scivolando nella depressione e nell’anoressia, non è più riuscita a trovare una ragione per vivere e ha chiesto, non ancora maggiorenne, di poter morire. Richiesta alla quale si è risposto negativamente. Noa ha poi deciso di rifiutare cibo e acqua - assistita da medici che non hanno praticato attivamente azioni tendenti ad ucciderla - fino a lasciarsi morire. Nessuno può giudicare la sofferenza di una ragazza che non riesce a liberarsi dalla morsa di un trauma terrificante. Noi però, per il bene dei giovani sfiancati dalla vita, abbiamo il dovere di riflettere. La vita è lunga, a diciassette anni ci si è appena affacciati su un tempo che si distende a perdita d’occhio e che può essere ricchissimo di occasioni di aiuto, sostegno, speranza, e pure realizzazione dei propri buoni desideri di equilibrio e di felicità. La vita spesso non nega gli spazi per la rinascita. Molti di noi sanno - senza permettersi di giudicare le scelte personali di Noa – che tanti giovani che ieri versavano in difficoltà gravi, anche attraverso l’aiuto, il sostegno e il conforto (anche specialistico, medico e psicologico) di altre persone, lentamente si sono affrancati dalle secche nelle quali erano stati sospinti e hanno potuto inaugurare stagioni nuove e più luminose della propria esistenza. Vorrei un’Europa che facesse di tutto per sostenere e rafforzare un fiore che fatica a fiorire, invece di accontentarsi del suo desiderio di essere posto nell’ombra.

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