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venerdì 17 maggio 2024 | ore 06:19

Le aziende agricole chiudono

Crisi: nel 2012 in Lombardia sono state perse 2 realtà agricole al giorno. Dalle 50.258 della fine dell'anno scorso, si è passati alle 49.670 di marzo del 2013.
Territorio - Aziende agricole in crisi (Foto internet)

Crisi: nel 2012 in Lombardia sono state perse due aziende agricole al giorno, domeniche comprese. “C’è un saldo negativo di 741 imprese fra le 50.999 attive alla fine del 2011 e le 50.258 del dicembre 2012 - spiega Ettore Prandini, presidente della Coldiretti Lombardia - E’ un dato che spiega bene l’impatto che la situazione economica sta avendo anche nel nostro settore”. Stando ai registri delle Camere di Commercio, nel primo trimestre del 2013 si è registrata ancora una diminuzione, fra aperte e chiuse, di 588 unità, con le imprese agricole passate dalle 50.258 della fine dell’anno scorso alle 49.670 di marzo. “Per fortuna - aggiunge Prandini - ci sono anche tanti giovani a fare da argine alla crisi: rappresentano il 15 per cento delle aziende lombarde, operano in tutti i comparti, applicano le nuove tecnologie e chiedono meno burocrazia e meno tasse. Per questo non possiamo permetterci ulteriori ritardi nemmeno per l’Imu: in attesa di una revisione complessiva dell’imposta è almeno necessario che lo Stato rispetti l’impegno a restituire i 45 milioni di extra gettito non dovuti pagati in più dagli agricoltori italiani lo scorso anno”. "La crisi – afferma la Coldiretti Lombardia – sta colpendo duro a causa dell’aumento dei costi di produzione, dall’energia al foraggio, mentre le quotazioni all’origine stanno subendo cali insostenibili. Per i suini, ad esempio, l’attuale prezzo di 1,30 euro al chilo equivale a un euro come 5 anni fa e gli allevatori stanno lavorando in perdita. Inoltre, il crollo dei prezzi del riso (il grezzo del Carnaroli è passato in un anno da 50 a 30 euro al quintale) ha portato gli agricoltori a tagliare fino al 15 per cento le superfici". Mentre con il latte pagato in media 40 centesimi al litro, molte aziende sono in affanno e in 20 anni il numero degli allevamenti è sceso da 14 mila a meno di 6 mila. “E’ una situazione su cui riflettere – conclude Prandini – anche perché dietro a queste aziende ci sono migliaia di posti di lavoro e la vita di intere famiglie sia di agricoltori che dei loro dipendenti”

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