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Volendo prenderla alla leggera e volendone dare una lettura cinematografica, tocca dire che, per comprendere quanto accordato dall’Unione Europea agli Usa durante l’ultimo incontro del 27 luglio relativamente alla politica commerciale e daziaria, non c’è modo migliore che offrirsi la possibilità di rivedere un grande classico di Sergio Leone: “Per un pugno di dollari”. E dunque sotto gli ultimi raggi di sol leone, ecco l’occasione per lasciarsi ispirare e cogliere una sfumatura di questo accordo. “Quando un uomo con un fucile incontra un uomo con una pistola, quello con il fucile è un uomo morto”, così recitava Clint Eastwood durante una delle scene più iconiche della saga e così ci viene offerto uno spunto di lettura che non avremmo saputo esprimere con parole migliori. Quando un paese – nel bene e nel male, beninteso - con un apparato governativo più o meno agile, una leadership salda e una visione politica, oltre che una capacità esecutiva solida (in altre parole imbraccia una pistola), affronta una nebulosa di idee, leadership, visioni e posizioni (in altre parole imbraccia un fucile), allora l’esito dell’incontro è ben immaginabile a priori e l’UE è un morto che cammina prima ancora di sedersi al tavolo. L’intesa sui dazi tra Usa ed Ue giunge proprio alla fine di un duello che immaginiamo con queste premesse, dove da un lato dell’oceano si prendono delle decisioni, mentre dall’altro ci si arrabatta nell’idea di mettere d’accordo tutti per non far torto a nessuno. Se è vero che un accordo è pur sempre meglio che nessun accordo e su questo non c’è obiezione che tenga; dall’altra parte non è immaginabile che la partita si chiuda qui. Secondo i documenti ufficiali, l’Ue accetta un incremento del 15% su decine e decine di prodotti (anziché del 30%); accorda di subire dazi al 50% su acciaio ed alluminio; si impegna, non solo a non innalzare i propri dazi sulle importazioni dagli Usa, ma anche ad acquistare oltre 700 miliardi di dollari in 3 anni di energia ed armamenti, oltre che di investire più di 600 miliardi di dollari negli Stati Uniti. Ma se è vero ciò che già scrivevamo su queste pagine e cioè che “i dazi isolano e soffocano e contengono in loro il seme della provocazione”, ecco dunque l’alternativa per l’Unione Europea: prendere un accordo in vece del nulla, ma lavorare al tempo stesso per creare una grande alternativa al mercato americano, siglando accordi di libero scambio (l’accordo con il Mercosur è finalmente stato firmato, il Ceta è stato un successo clamoroso…) ed ergersi a rappresentante del libero mercato. Certamente non passeremo indenni alle azioni americane, ma abbiamo davanti a noi la prospettiva di tornare ad usare un po’ la pistola e riprenderci un ruolo centrale negli scambi internazionali secondo i principi sui quali ci siamo uniti: libertà e mercato.
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