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venerdì 29 marzo 2024 | ore 09:43

Auto, motori e camomilla

La formula uno dice addio alle ombrelline, o meglio, alle 'grid girls'. A partire dalla stagione 2018 non vedremo più, dunque, le ragazze con l'ombrello alla partenza.
Il bastian contrario - Addio alle 'ombrelline' in Formula Uno (Foto internet)

La Formula Uno dice addio alle ombrelline, o meglio, alle 'grid girls', sia mai che quale liberal-cretino d’oltreoceano si offenda. A partire dalla stagione 2018 e con il cambio di proprietà (quello sporcaccione di Ecclestone, ma che almeno ci faceva divertire, ha venduto a Liberty Media), non vedremo più le tradizionali ragazze con l’ombrello a refrigerare i piloti lungo la griglia di partenza. Il motivo? I nuovi proprietari ritengono che “questa usanza sia chiaramente in contrasto con le norme sociali moderne”. Le cose sono due: o questi non capiscono nulla di business, inteso come il mix perfetto, in questo caso, di donne, motori e velocità, oppure ne capiscono, ma sono soggiogati dalla mole insopportabile di stupidaggini 'femen' , “metoo” e quant’altro. In entrambi i casi si sono resi protagonisti di una scelta che si rivelerà, oltre che ingiustificata, pure controproducente. La situazione delle ombrelline non ha nulla a che vedere con la battaglia per i diritti delle donne, che è cosa seria e va difesa, e non umiliata con guaiti politicamente corretti, che non fanno altro che far regredire il fronte delle conquiste delle donne. “Sono 50 anni che le donne lottano per avere il diritto di indossare la minigonna, ha confessato una delle tante ormai ex ombrelline, e adesso che siamo riuscite ad indossarla davanti a tutti, le stesse donne ci impongono di non metterla”. Ma non solo, dal 2018 le ex grid girls potranno dire addio a quello che era a tutti gli effetti un lavoro, una vetrina e una strada per il futuro al tempo stesso. Niente più sponsor, né love stories con qualche pilota, chiedere a Melandri per informazioni. Dire, poi, che “le grid girls non rispecchiano più i nostri valori” è tanto assurdo da chiedersi se ci stanno prendendo in giro o meno, in un ambiente dove il core business sono auto che costano quasi 3 milioni l’una, che consumano 120 litri di carburante a gara e che vanno a 300 all’ora. Tra qualche anno, se la strada è questa, assisteremo a corse in elettrico, con rumore zero e limiti di velocità, tanto emozionanti da schiacciarci un pisolino davanti alla tv. Allora per fortuna che esiste la MotoGp, i motori e le belle donne, perché cambieremo tutti canale.

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