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Mar, 23/04/2024 - 11:50

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martedì 23 aprile 2024 | ore 12:26

Juve... è prima vera fuga!

Importante vittoria per la Juve che allunga ulteriormente la distanza sulle inseguitrici con la Roma fermata dal pari dal Milan e distante ora di 5 lughezze,metre resta a 8 punti il Napoli vittorioso sull'Inter e ora scavalcata dalla Fiorentina sola al quarto posto,mentre coglie un importante vittoria la Lazio grazie alla doppietta di Klose.
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La 16esima giornata di seria A si apre con la sfida tra CATANIA e VERONA che termina per 0 a 0. Gara d’attacco quella degli etnei, che per tutti i 90 minuti, cercano continuamente la via della rete, scontrandosi con un avversario si equilibrato e attento in difesa, ma stranamente poco propositivo nel gioco, affidandosi solo a sporadiche ripartenze. Buone le trame di gioco dei padroni di casa, con un veloce giro palla ad attivare il tridente, con Castro e soprattutto Leto ispirati e pericolosi in uno contro uno, con i puntuali inserimenti e i tentativi da fuori di Izco a dare maggiori soluzioni offensive agli etnei. Diverse le occasioni per i rossoblu con un bel destro di Izco su assist di Castro, sventato da un gran intervento di Rafael, un sinistro sottoporta di Leto, servito da una bella sponda di Barrientos, con il portiere bravissimo ad opporsi, come sulla deviazione ravvicinata di Alvarez su punizione di Barrientos. Nella ripresa, l’unica vera occasione per gli ospiti si costruisce su un bello spunto di Iturbe (tra i pochi a tentare la giocata) sul fondo, con la palla che giunge poi sui piedi di Hallfredsson che calcia di poco alto. Il monologo del match non cambia, con numerosi attacchi e tentativi etnei, il più pericoloso con un tiro cross di Spolli, per lo 0 a 0 finale.
Si conclude per a 3 a 0 la sfida tra FIORENTINA e BOLOGNA. Buon inizio degli ospiti che aggrediscono sin da subito i portatori di palla viola, creando una grande occasione con Cristaldo che, esente da marcature, prova il destro a incrociare, con Curci bravo ad opporsi. Poi i padroni di casa iniziano lentamente ad accendersi con gli uomini più talentuosi: prima con un bel destro di Cuadrado, deviato in angolo da Curci, e poco dopo con Ilicic, che riceve palla a sinistra, si libera con due finte dei distratti centrali rossoblu e insacca l’1 a 0 con un bel sinistro rasoterra. Il gol spegne il Bologna e da ulteriore morale alla Fiorentina, che da quel momento in poi, guidata dalla classe di Valero, gira magistralmente il pallone, mandando in porta con pregevoli tocchi in mezzo ai lenti centrali avversari diversi uomini, con Cuadrado prima e Rossi poi, a divorarsi la seconda rete con Curci strepitoso negli interventi. Il 2 a 0 non tarderà ad arrivare, con Rossi che serve sul taglio centrale Valero, che suggella la sua splendida prestazione da assist man, stoppando magistralmente il pallone per poi insaccare il 2 a 0 con un preciso destro a giro. La ripresa vede la Fiorentina giocare sul velluto, girando il pallone per poi colpire dagli esterni o centralmente, trovando anche il terzo gol con uno splendido pallonetto di Rossi su assist del migliore in campo Borja Valero, a fronte di un Bologna impalpabile in ognuno dei singoli ad eccezione del portiere Curci, con solo un minimo di reazione nei minuti finali con un destro di Kone respinto da Neto per la strameritata vittoria viola.
Vince la LAZIO per 2 a 0 contro il LIVORNO. E’ una Lazio cattiva e determinata quella che si presenta all’Olimpico, aggredendo sin da subito gli avversari, pressando i portatori di palla per poi impostare velocemente la manovra d’attacco sfruttando al meglio gli esterni (bene Candreva dai cui piedi nascono assist al bacio oltre a pericolosi affondi e uno contro uno sull’ala), che sfornano diverse imbucate per i compagni e cross nel mezzo per Klose, finalmente rientrato dall’infortunio, e gli affondi centrali con un Ederson in crescita, pericoloso in alcuni suoi inserimenti senza palla. Dopo un colpo di testa di poco fuori di Klose su bel cross di Lulic, e un tiro esterno destro di Konko di poco a lato, arriva puntale il meritato vantaggio biancoceleste: gran verticalizzazione di Candreva per Klose il cui primo tentativo sottoporta è respinto da Bardi che nulla può sul seguente tiro che vale l’1 a 0, con il tedesco che replicherà poco dopo da vero rapace d’area di rigore, avventandosi su un tiro respinto di Hernanes, siglando a tu per tu con Bardi il 2 a 0. La partita si chiude già qui, con un Livorno impalpabile sia nel primo che nel secondo tempo, in difficoltà in ogni reparto, in particolare quello di centrocampo con Mbaye e Duncan sottotono nell’inesistente e imprecisa impostazione del gioco per i compagni, con solo alcuni lampi di un isolato Paulinho in avanti da segnalare, per la vittoria salva Petkovic sotto il segno del preziosissimo rientro di Miroslav Klose.
Termina per 0 a 0 la sfida tra PARMA e CAGLIARI. Partita molto brutta, con poco gioco e poche occasioni, con le sole individualità di Biabiany e a sprazzi Cassano per i ducali e Sau per i sardi, a far da cornice ad una gara dove nessuna delle due squadre è riuscita a dare slancio alla manovra, alternando sporadici cross dalle fasce a rari tentativi di verticalizzazione. Poche le occasioni e ancor meno quelle pericolose, con un temibile colpo di testa di poco fuori di Biabiany su assist di Cassani e un bel sinistro di Valdes, sventato da Avramov per i ducali, al quale rispondono i sardi con una sola vera occasione, anche se clamorosa, con un destro di Sau, deviato sul palo da un grande intervento di Mirante, con Gobbi bravo poi ad allontanare il pallone a ridosso della linea di porta per il giusto pari finale.
Continua il buon momento di forma del TORINO che si impone in casa dell’UDINESE per 2 a 0. I granata seguono al meglio il dictat tattico del suo allenatore Ventura, soprattutto in trasferta, basato su un calcio essenziale, fatto di un’attenta e chiusissima fase difensiva, mirata a limitare gli attacchi avversari, per poi ripartire con fulminee e devastanti azioni di contropiede. Subito pericolosissimo il Toro con Cerci, che inventa un grande assist di tacco per lanciare Immobile in campo aperto, con l’attaccante che si divora sottoporta la rete del vantaggio, con lo stesso Immobile attivato da un errato passaggio di Fernandes a sfiorare la rete con un bel diagonale di poco fuori. Di contro, l’Udinese soffre oltre modo l’atteggiamento tattico avversario, a cui si aggiunge la giornata no degli uomini in grado di poter cambiare le sorti del match, non riuscendo a creare pericoli, reclamando solo per un rigore non concesso per fallo su Di Natale. Imprecisi e senza idee i mediani (Allan e Lazzari sottotono in regia e poco incisivi nei contrasti in mezzo al campo né sugli esterni) con il solo Basta pericoloso in alcuni suoi affondi, con l’ennesima prova opaca di Di Natale in avanti a completare il quadro negativo. Puntuale e meritato l’1 a 0 del Torino con una grande azione di contropiede impostata da Immobile, rifornita da Cerci e trasformata in gol da uno splendido scavetto di Farnerud. L’Udinese tenta la reazione d’orgoglio con un bel destro di Basta, sventato da un grande Padelli, e un sinistro fuori di Lopez, con il Toro che trova poi ancora in contropiede il 2 a 0 con Immobile che, di testa, insacca un bel cross di Darmian, con gli ultimi tentativi friulani (destro di poco fuori di Maicosuel) che non troveranno fortuna per il 2 a 0 finale.
Termina per 1 a 1 la sfida tra GENOA e ATALANTA. Partita all’attacco quella dei padroni di casa, anche se le geometrie in mezzo al campo (Matuzalem opaco e non sempre lucido) spesso sono imprecise e le occasioni scaturiscono da rimpalli (Gilardino al 1° minuto con un potente destro ravvicinato troppo centrale sventato da un attento Consigli) e calci piazzati (testa di Marchese di poco fuori), con le sole individualità di Gilardino e Bertolacci in avanti a brillare a sprazzi, costruendosi spesso da soli le azioni da rete. Risponde l’Atalanta, disputando una partita maggiormente difensiva, mancando anch’essa in diversi uomini chiave, con Moralez sfuocato al fianco di un comunque positivo Denis (sua la più nitida occasione con il pericoloso sinistro su assist di Moralez sventato da Perin), con i soli Brivio (buone alcune discese sulla fascia) e Cigarini a disputare una prestazione convincente. Accade poi tutto nella ripresa, prima con l’1 a 0 di Bertolacci, abile a trasformare in rete un pallone che dopo un rimpallo gli finisce sul sinistro vincente con un bel diagonale, al quale risponde l’Atalanta, dopo vari tentativi alla ricerca del pari, con De Luca che insacca un preciso assist di Cigarini per il giusto 1 a 1 finale.
Continua a dare risultati oltre le aspettative la cura Mihajlovic con la SAMPDORIA che si impone anche in trasferta sul CHIEVO VERONA per 1 a 0. Squadra chiusissima, corta e serrata in difesa, ordinata in mezzo al campo e abile nel ribaltare il fronte d’attacco sugli esterni e in verticale per le punte. Ecco la medicina dell’allenatore, con lo schieramento blucerchiato che non concede praticamente nulla al Chievo, con le grandi prove in regia di Palombo e sulle fasce in entrambe le fasi di De Silvestri e Regini, con le più che positive prestazioni in avanti di Gabbiadini, Soriano ed Eder, spesso immarcabili con rapidi e imprevedibili scambi, improvvise accelerazioni, puntuali tagli e movimenti senza palla in avanti, mettendo spesso in apprensione - vista l’azzeccata mossa di non schierare una vera prima punta e quindi di un punto di riferimento in avanti - la difesa veronese. Basta il gol di testa di Eder da calcio d’angolo a chiudere i conti, con il Chievo che, pur disputando una discreta partita, non riesce a supportare il più positivo dei suoi Théréau (sua l’unica vera palla gol del match con un bel destro ravvicinato sventato da Costa nei primi minuti), oltre a faticare enormemente a costruire geometrie in mezzo al campo (prova da 6 e nulla più per Hetemaj e Rigoni) e sulle fasce con rari spunti da parte di Frey e Sardo, creando alcuni pericoli solo negli assalti finali (mezza girata di poco fuori di Paloschi e colpo di testa da palla inattiva di Pellissier con la palla che termina di poco a lato) per la meritata vittoria blucerchiata.
Termina per 4 a 0 la sfida tra JUVENTUS e SASSUOLO. Inizio incoraggiante degli ospiti, chiusi e compatti dietro, e aggressivi in pressing sui portatori di palla avversari, per poi ripartire sulla destra, dove Gazzola trova spazio e mette due interessanti cross, con Longhi che sul primo è bravo a seguire l’azione sul secondo palo e a provare il sinistro che termina di poco a lato. Ma è solo un fuoco di paglia: con il passare dei minuti, la Juve si accende con un Vidal stratosferico uomo squadra, con cross, tiri, dribbling, assist al bacio per i compagni e grande dedizione in fase difensiva con numerosi palloni sradicati agli avversari. E’ proprio su una sua iniziativa che i bianconeri passano, con una gran finta del cileno che si libera al sinistro, con Pegolo che respinge male, non potendo nulla sul tap-in vincente di Tevez per l’1 a 0. Da questo momento in poi è solo Juve, con attacchi da ogni parte (Isla e soprattutto Asamoah pericolosi in uno contro uno e nel cross), Tevez che si invola spesso in campo aperto cercando l’assist vincente per i compagni, con i centrocampisti che si inseriscono senza palla, con numerosi attacchi a pieno organico a supporto degli attaccanti e delle punte. Diverse le occasioni, con il 2 a 0 che arriva poco dopo con Peluso che di testa insacca sulla bella punizione tagliata di Tevez, con Asamoah che prima si divora a porta vuota la rete indirizzando fuori su bell’assist dal fondo di Ilsa e poi confeziona la palla gol con un pregevole spunto in dribbling che lo porta sul fondo, con Isla che raccoglie il suo passaggio arretrato chiamando Pegolo al grande intervento, con il numero uno ospite che nulla potrà su Tevez che raccoglie un errato disimpegno difensivo e insacca il 3 a 0. La ripresa a partita già ampiamente chiusa è pura accademia, con un rapidissimo e preciso giro palla orchestrato dai bianconeri alla ricerca dello spazio, con Isla che mette in mezzo trovando Tevez per la sua prima personale tripletta italiana che vale il 4 a 0, a fronte di un Sassuolo che chiude tenendo bene il campo per la meritata vittoria bianconera.
Si conclude per 4 a 2 la sfida tra NAPOLI e INTER. Pronti via e dopo i primi minuti di studio e di grande aggressività i partenopei trova il vantaggio sull’azione tipica chiesta da Benitez: il rapido cambio di gioco, con Inler che pennella sul secondo palo, con Nagatomo che mette male fuori ed Higuain che trova uno splendido sinistro al volo che vale l’1 a 0. Il gol accende l’incontro, da una parte, con il trio Insigne-Callejon-Mertens a creare continui pericoli con uno contro uno e pericolose conclusioni (clamorosa traversa di Insigne su invito di Mertens), ben assistendo l’ottimo Higuain strepitoso in fase realizzativa e delizioso come uomo assist, oltre all’ottima giornata in tempi di inserimento e di assist man di Dzemaili, a cui risponde l’Inter e dall’altra, con le buone azioni sulla fascia di Nagatomo, spesso in proiezione offensiva, oltre al preciso giro palla e i puntuali inserimenti di Cambiasso e al gran movimento tra le linee di Guarin, il migliore dei suoi per fisicità e qualità delle giocate per i compagni. Non manca lo spettacolo con gol a raffica da entrambe le parti: cross di Guarin, velo geniale di Palacio, con Cambiasso che raccoglie palla e insacca l’1 a 1, poi è ancora il Napoli, rapidissimo nelle ripartenze spesso di prima, a siglare il 2 a 1con un destro secco di Mertens su assist di Dzemaili, replicato poco dopo dallo stesso centrocampista, che insacca il 3 a 1 su corta respinta di Handanovic sul destro di Mertens. L’Inter accorcia le distanze nel finale con Nagatomo che ribadisce in rete una maldestra deviazione di Rafael su destro angolato di Guarin per il 3 a 2. La ripresa è ancora spumeggiante, con occasioni da una parte e dall’altra, con un pericoloso destro deviato di Callejon che termina di poco a lato, e un pericoloso tiro cross di Nagatomo sventato da Rafael, con Palacio che comincia ad essere un importante fattore per l’Inter, con i suoi scatti in profondità e i suoi tagli alle spalle dei difensori, come quando, servito sulla destra, si invola sulla fascia e mette in mezzo per l’accorrente Guarin, che calcia a botta sicura, con Rafael che compie un vero miracolo, respingendo il pallone con la faccia. Poi accade l’episodio che condizionerà le sorti del match, con l’ingenuo fallo di mano di Alvarez che ne causa l’espulsione. Seppur l’Inter continua a provarci, fatica ad incidere, con il Napoli che dispone di maggiori spazi per colpire in contropiede, con Insigne che trova Callejon per il 4 a 2 finale, con Pandev che si procurerà anche un rigore fallendolo poi, per una punizione comunque troppo severa per l’Inter che fino alla parità numerica era stata pienamente in partita.
Il posticipo tra MILAN e ROMA finisce sul 2 a 2. Inizio molto tattico, con grande pressing e dinamismo da ambedue le parti, con la Roma che passa su una bella palla di Ljajic sulla sinistra per l’inserimento di Strootman che mette in mezzo, con Destro che, solo in area, appoggia il facile 1 a 0. Tenta la reazione il Milan con Balotelli, che da il via ad una bella azione di ripartenza servendo Kakà, il cui sinistro termina però a lato, anche se è la Roma a farsi preferire, con continui attacchi sulla sinistra con cross e uno contro uno scaturiti dalla cerniera Dodò-Gervinho (al tiro con un destro preciso, ma troppo debole per far male) oltre ai pericolosi inserimenti di Bradley e Strootman. I rossoneri vedono però una coppia centrale Bonera-Zapata in gran forma (decisivi in numerosi interventi) reggere molto bene agli attacchi romanisti, con Emanuelson a dare buona spinta a sinistra e a creare alcuni pericoli insieme ai soli Kakà e Balotelli, mandando la spinta dei terzini (bassi e difensivi) e delle mezz’ali in costante ripiegamento, con la rete che scaturisce grazie ad un’iniziativa di Emanuelson, il cui tiro, deviato da De Sanctis, scaturisce un corner su cui Muntari spizza di testa sul secondo palo trovando la deviazione vincente di Zapata per l’1 a 1. La Roma sfiora subito dopo il vantaggio con una convulsa deviazione di Bradley allontanata sulla linea da Bonera. La ripresa vede gli ospiti subito pericolosi ancora dalla fascia sinistra con Gervinho che scatta in profondità, aggirando Gabriel che lo stende, causando il rigore freddamente realizzato da Strootman per il 2 a 1, con Lijaic temibile poco dopo, che mette in mezzo per Gervinho, che si avventa sul pallone, senza fare però i conti con uno strepitoso intervento difensivo di Emanuelson. La mancata realizzazione da lentamente fiducia al Milan che alza il baricentro col passare dei minuti, avanza le mezz’ali e spinge con un più che positivo Emanuelson, con Kakà e Balotelli che salgono di giocate (dubbio rigore su Kakà non concesso dall’arbitro e destro a giro di poco fuori di Balotelli), con i due protagonisti nell’azione del pari: Kakà serve Balo in area, con l’attaccante che smista immediatamente per l’accorrente Muntari che controlla e calcia di potenza col destro trovando il 2 a 2, con i rossoneri che, sulle ali dell’entusiasmo, tentano addirittura di vincere la partita (potente punizione di Balotelli ben sventata da De Sanctis).Gli ultimi minuti vedono entrambe le squadre - cui il pari non servirebbe a nulla - provare a vincere la partita riversandosi in avanti (clamorosa occasione sul sinistro di Balotelli che da ottima posizione angola fuori, al pari di Gervinho, che cestina l’ultima occasione calciando di poco a lato col mancino) per il tutto sommato giusto pari finale.
Tirando le somme la 16esima giornata porta in essere la prima vera fuga del campionato con la Juventus che visto il pari della Roma con il Milan si porta a più 5 proprio sui giallorossi, con il Napoli vittorioso sull’Inter che resta a meno 8, mentre rialzano la testa la Fiorentina a valanga sul Bologna e ora quarta in solitudine, e la Lazio con il 2 a 0 sul Livorno firmato Klose che salva, per adesso, la panchina di Petkovic.

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