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giovedì 18 aprile 2024 | ore 21:57

La Roma scivola, Juve prima

Tredicesima giornata caratterizzata dal doveroso minuto di silenzio per le vittime del maltempo in Sardegna. Sul campo altro pari per i giallorossi (fermati in casa dal Cagliari) e sconfitta per il Napoli (contro il Parma); la Juventus sale così al primo posto. 'Stop' anche per Inter e Fiorentina, sembra non finire più la crisi del Milan (solo un pareggio col Genoa). Nel derby tra Chievo e Hellas Verona torna al successo il Chievo.
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Importantissima affermazione del CHIEVO VERONA nella stracittadina contro il VERONA per 1 a 0. Partita tatticissima dove nessuna delle due squadre riesce a far brillare i propri talenti (Iturbe e Théréau su tutti), vista la grandissima attenzione delle retroguardie, che lasciano pochissimo spazio agli avversari, limitando al massimo, faticando a contrattaccare, per un match che nel primo tempo regala sostanzialmente il solo gol annullato ingiustamente a Cesar su azione da calcio d’angolo. La ripresa è ancora caratterizzata dagli errori arbitrali con un rigore non concesso al Verona per evidente fallo di mano di Cesar, con un’altra rete annullata questa volta al Verona, ma giustamente per un fallo di mano di Iturbe. Ultimi minuti regalano però grandi emozioni con occasioni da una parte e dall’altra, con il Chievo che trova il clamoroso gol vittoria all’ultimo istante con un bel destro di Lazarevic servito da Hetemaj, per l’inaspettato quanto importantissimo successo per gli uomini del neo allenatore Corini.
Ennesimo passo falso per il MILAN che a domicilio si fa fermare dal GENOA per 1 a 1. Eppure l’inizio era stato promettente, con l’immediato vantaggio, con uno splendido lancio di De Jong a pescare Kakà, che stoppa magistralmente e insacca l’1 a 0 con un preciso destro. Pochi istanti dopo, e il Milan si punisce da solo, con Emanuelson che stende Vrsaljko, servito da Gilardino per l’inevitabile rigore trasformato dallo stesso ex bomber rossonero per l’1 a 1. Dopo il pari, i padroni di casa riescono comunque a rialzare la testa attaccando con continuità, con diverse soluzioni (continui spunti e cross dei terzini con Emauelson molto propositivo a sinistra, inserimenti e lanci dei centrocampisti, e buone imbucate di un positivo Kakà per i compagni, servendo spesso Balotelli). Prima è Balotelli che rovescia centralmente trovando attento Perin, poi è lo stesso attaccante con un bel diagonale a trovare ancora un grande intervento del portiere, con l’azzurro che poco dopo, steso in area da Manfredini (espulso), si procura il rigore per poi fallirlo con Perin nuovamente strepitoso nell’intervento. Il Genoa, già barricato in difesa in 11, lo è ancor più in 10, arroccandosi nella propria metà campo, subendo continuamente (testa di Matri e miracolo di Perin su un colpo di testa di Kakà) con i cambi Robinho-Birsa a dare ulteriore spinta ai rossoneri che ci provano fino all’ultimo, con Birsa che cestina la più clamorosa delle palle gol indirizzando fuori in perfetta solitudine un colpo di testa sotto porta per il pari finale che appare però fortemente immeritato per una squadra a cui è mancato solo il gol e la sfortuna di essersi trovata contro un grande portiere emergente come Perin.
Sconfitta inaspettata per il NAPOLI, che con la testa più al Borussia Dortmund che al PARMA, perde per 1 a 0 contro i ducali. Inizio equilibrato, con le due squadre che si fronteggiano a viso aperto, anche se il Parma si dimostra si da subito con più gamba e migliori trame di gioco, a fronte di un Napoli che crea si la prima occasione con Higuain - il cui destro è sventato da un attento Mirante - ma si dimostra molle sulle gambe, con i mediani che faticano a fare filtro in mezzo al campo, con il terzetto alle spalle di Higuain abulico e con poche idee e assist per la punta argentina. Più incisivo il Parma che, ben disposto in campo, si affida alle giocate di Cassano, bravo a coinvolgere i compagni, con Biabiany che cestina una interessante occasione, con il buon gioco corale e spesso di ripartenza dei ducali, ad esaltare anche quello sulle fasce, con Sansone che, su azione di rimessa, sbaglia clamorosamente una sorta di rigore in movimento su preciso assist di Cassani. Solo a fine primo tempo il Napoli ha dei buoni sussulti con un destro a giro di Insigne che termina di poco a lato, e un buono spunto di Higuain fermato da una tempestiva uscita di Mirante. Secondo tempo sempre più di marca ducale, con un gran Cassano che sale in cattedra, orchestrando le azioni d’attacco da regista offensivo, trovando prima Felipe con un assist geniale, con il difensore che manca clamorosamente la porta con un tocco ravvicinato. Il Parma, dopo aver sprecato un’azione di contropiede con Marchionni (che servito da Cassano colpisce troppo debolmente) trova meritatamente il gol del vantaggio con super Cassano che, palla al piede, giunge al limite, con gli azzurri che gli lasciano colpevolmente lo spazio per il destro con preciso diagonale che termina in rete per l’1 a 0. La tardiva reazione del Napoli produce solo una traversa di Mertens su calcio piazzato, per la meritata sconfitta finale dettata da un atteggiamento molle e poco incisivo in tutto il corso del match.
Si conclude per 1 a 0 la sfida tra UDINESE e FIORENTINA. Partita dall’altissimo tasso agonistico, e dai gran ritmi di gioco sin dai primi minuti, con il copione della gara che si presenta subito chiaro. E’ la Fiorentina a fare la partita, con il maggior possesso palla mirato a liberare gli uno contro uno di un devastante Cuadrado e i movimenti in avanti di un imprevedibile Giuseppe Rossi, con l’Udinese che cerca la ripartenza e il lancio lungo per la velocità di Di Natale in avanti. Diverse le azioni pericolose create dai viola, con un destro piazzato di Cuadrado dopo un bello scambio con Valero, con il colombiano ancora protagonista poco dopo, con una splendida azione personale con cui fa fuori metà difesa avversaria, per poi calciare di sinistro con Brkic attento nella respinta, come sul seguente sinistro di Aquilani su assist di Rossi. L’Udinese, che fino ad allora aveva prodotto solo un sinistro centrale di Lazzari e una debole conclusione di Gabriel Silva, passa inaspettatamente in vantaggio, con una punizione tagliata di Di Natale che, spizzata da Pereyra, viene insaccata da Heurtaux per l’1 a 0. Nella ripresa, la viola, pur alzando il baricentro, fatica a produrre azioni da gol per l’imprecisione dei mediani e per la difficoltà di Rossi e Cuadrado ad incidere, viste le costanti marcature e raddoppi e la poca collaborazione e mancanza di iniziativa da parte dei compagni, con l’Udinese che si difende ordinatamente e riparte con pericolosità con Muriel e Widmer che sfiorano il 2 a 0 nel finale, a fronte di un solo debole tentativo di Valero per i viola, cui solo le parate di Neto hanno evitato un passivo più pesante, con la squadra bella a tratti solo nel primo tempo.
Grande affermazione del TORO, che si impone per 4 a 1 sul CATANIA. Partita senza storia, con i granata in possesso del match dal primo al novantesimo, con il trio Immobile-El Kaddouri-Cerci in gran forma, un superlativo e migliore in campo Cerci pur senza segnare con accelerazioni e illuminanti assist per i compagni a punire un Catania molle e mai propositivo, che paga i gravi errori difensivi e la difficoltà ad incidere in avanti, con i neo entrati Barrientos e Leto, unici a meritare la sufficienza, a dirla lunga sulla pericolosità della manovra offensiva. Pochi minuti e il Toro è già in vantaggio con Immobile che sfrutta un errore di Legrottaglie e si invola in libertà verso la porta trafiggendo l’incolpevole Andujar. Poco dopo, El Kaddouri sfrutta un altro grave errore della retroguardia e insacca il 2 a 0. Acuto ad inizio ripresa del Catania che accorcia le distanze con Leto che disegna un bel sinistro che si insacca sotto la traversa, anche se i padroni di casa chiudono subito i conti, prima con Moretti che insacca di testa da calcio d’angolo e poi con El Kaddouri che devia in rete una precedente conclusione respinta di Immobile per la più che meritata vittoria finale.
Termina per 1 a 1 la sfida tra SAMPDORIA e LAZIO. Positivo come spesso accade in questi casi, il cambio di allenatore per i padroni di casa, con l’arrivo di Mihajlovic, con la squadra che risponde con grande cattiveria agonistica e buone trame di gioco. Primo tempo prettamente di marca blucerchiata con Obiang e Palombo a dare l’esempio ai compagni, con aggressività e buone idee in mezzo al campo, con le punte Gabbiadini e Pozzi, che si fanno ben vedere in area quando serviti, con Pozzi il cui tiro a botta sicura viene respinto da un grande intervento di Ciani. La Lazio fatica invece a costruire gioco, con Onazi e Ledesma lenti e con poche idee, con le punte che non ricevono quasi mai palloni, vista anche la difficoltà nel saltare l’uomo di Lulic e Candreva che faticano ad incidere sul match. L’ingenua espulsione di Krsticic per la Samp, cambia il volto del match, agevolando la Lazio che trova maggior spazio soprattutto a sinistra, dove Lulic inizia ad essere un fattore, prima trovando Konko con un bell’assist sul secondo palo, con il terzino impreciso nel facile colpo di testa sottoporta e poi servendo una palla d’oro a Floccari il cui aggancio consente a Perea di calciare a botta sicura, colpendo clamorosamente il palo. La Samp, comunque, non rinuncia ad attaccare, con un positivo Gabbiadini che calcia verso la porta di sinistro, trovando Marchetti che respinge, compiendo poi sul seguente campanile che scaturisce dall’azione un inspiegabile intervento alzando la palla sulla testa dell’accorrente Soriano, con una brutta Lazio, che trova l’inaspettato ma prezioso pareggio finale, solo grazie ad un invenzione di Cana che dribbla il diretto avversario e insacca in rete di destro.
Vince per 2 a 0 il SASSUOLO contro l’ATALANTA. Partita molto equilibrata, con entrambe le squadre corte e raccolte senza mai scoprirsi, dove a rompere gli equilibri sono le giocate dei singoli (più in forma gli uomini chiave del Sassuolo) con Zaza e Berardi decisivi in zona gol al pari di Marrone e Magnanelli precisi in mezzo al campo. Per l’Atalanta, la sola prova positiva di Denis e di Moralez (unico a cercarlo e supportarlo in zona rete) non basta, con la scarsa spinta dei terzini che incide non poco sullo scarso numero di palle gol per El Tanque. Importante occasione per l’Atalanta con Moralez che, servito da Denis, vede il proprio diagonale fermato da un grande intervento di Pegolo, mentre non sbaglia il Sassuolo, con il rapido uno-due nel giro di pochi minuti, scaturito grazie a due assist di Marrone: prima per Zaza che insacca sottoporta l’1 a 0 e poi per Berardi che raccoglie il pallone lavorato dal compagno e raddoppia di sinistro Consigli per il 2 a 0, con i tardivi tentativi dell’Atalanta (pericolosissimo Denis con un potente destro respinto da uno strepitoso Pegolo) che risultano vani per la meritata vittoria del Sassuolo.
Coglie una difficile e preziosa vittoria la JUVENTUS che si impone sul campo del LIVORNO per 2 a 0. Come da copione, a fare la partita è la Juve, che costringe il Livorno nella propria metà campo, anche se la disposizione difensiva dei padroni di casa è precisa e attenta, con i bianconeri che hanno difficoltà a sfondare centralmente. Tevez e LIorente, ben marcati, faticano ad aprire spazi per i compagni, con le sole individualità di Pogba e Asamoah a mettersi in mostra, con Bardi attento in entrambe le occasioni. Il maggior tasso fisico-tecnico della Juve e la stanchezza subentrata nei livornesi, iniziano però a farsi vedere a metà ripresa, con Asamoah (grande protagonista del match) che sprinta a destra spaccando in due la difesa ospite per poi servire Pogba che pennella in mezzo trovando la splendida coordinazione al volo di LIorente per l’1 a 0. Il Livorno reagisce immediatamente, sfiorando la rete con un gran tiro di Emerson, per poi capitolare al 75’ minuto grazie ancora a LIorente che difende benissimo palla a centro area, per poi appoggiare per l’accorrente Tevez che di destro insacca sul primo palo per la vittoria bianconera.
Si conclude per 1 a 1 la sfida tra BOLOGNA e INTER. Pronti via e dopo pochi minuti il Bologna passa: errore di Taider a centrocampo, fallo dello stesso centrocampista su un avversario, con l’azione che prosegue con i difensori interisti sorpresi dalla concessione del vantaggio, con Cristaldo che si invola sulla destra, servendo al centro Kone che in perfetta libertà insacca di sinistro l’incolpevole Handanovic. Immediata la reazione dell’Inter, con Palacio che, pescato in area da un lungo lancio, sfrutta l’errato intervento di un difensore e spara clamorosamente addosso a Curci la palla del possibile 1 a 1. L’Inter continua a macinare gioco, girando il pallone nel tentativo di aprire la difesa avversaria chiusasi per il mantenimento del risultato, faticando però fino alla mezz’ora, quando poi il Bologna cala, visto il gran lavoro in fase difensiva dei propri uomini, per poi veder salire di livello gli esterni, con Jonathan particolarmente propositivo e i centrocampisti offensivi Alvarez e Guarin a creare seri grattacapi alla difesa arretrata con precisi dribbling sul diretto avversario e pericolosi cross nel mezzo. I rossoblu rischiano seriamente in diverse circostanze, con un colpo di testa alto da ottima posizione di Palacio su assist di Jonathan, un sinistro da posizione defilata ma in solitudine di Pereyra su assist di Taider, e una potente punizione di Guarin, che, deviata da un difensore, colpisce la traversa. La ripresa si apre con una bella punizione di Diamanti sventata da Handanovic, con il copione del match che non cambia: l’Inter attacca a spron battuto trovando dopo pochi minuti il pari con un destro deviato di Jonathan che vale l’1 a 1, per poi continuare ad attaccare con maggior insistenza lasciando al Bologna solo le ripartenze, con Bianchi appena entrato che, lanciato in profondità, impegna Handanovic con un gran destro. Poi è solo Inter, con attacchi spesso a pieno organico, con Jonathan ancora protagonista con i continui affondi e cross sulla fascia e Guarin ancor più nel vivo del gioco e pericoloso con un bel destro sventato da Curci e su un cross basso di Jonathan con la palla alzata clamorosamente alta sottoporta dallo stesso Guarin. Le emozioni finali scaturiscono dagli ultimi assalti dei nerazzurri, con Rolando che colpisce di testa da corner e Curci attento nella respinta, con l’ultima conclusione di Juan Jesus sull’ennesima palla messa nel mezzo, che scheggia la traversa, per il pari finale che va molto stretto all’Inter.
Manca la risposta alla Juve la ROMA che a domicilio viene fermata dal CAGLIARI per 0 a 0. Buon primo tempo per i giallorossi, con l’imprevedibile tridente offensivo che con continue accelerazioni e cambi di posizione crea non poco scompiglio alla difesa ospite, con il trio di mediani a dare ordine e geometrie non rinunciando ad inserirsi con pericolosità, e i terzini che si sovrappongono alla perfezione sfornando precisi cross. Subito pericoloso Gervinho, che servito sulla sinistra è bravo a costruirsi lo spazio al tiro, con Avramov bravo ad opporsi, con un bel destro da fuori di Pjanic che sibila vicino al palo,con la Roma che continua a creare senza però concretizzare, rischiando moltissimo ad opera di Ibarbo, che devitalizza un Cagliari fino ad allora attento in difesa ma mai incisivo nelle ripartenze, sfiorando la rete con un gran colpo di testa su cross di Cossu sventato da u grande De Sanctis, con la Roma che appare però più che in controlla, sfiorando la rete prima con Gervinho che centra il palo su preciso cross di Dodò, e poi con Strootman, che servito da una gran palla di De Rossi, vede il suo destro respinto da un altro grande intervento di Avramov. La ripresa vede ancora la Roma premere continuamente con un giro palla orchestrato a cercare lo spazio giusto per colpire la difesa sarda, con i maggiori pericoli che giungono dagli esterni (destro al volo di Florenzi respinto da Avramov), con Maicon protagonista con uno splendido esterno destro da fuori, sventato da una grandissima parata di un più che positivo Avramov, con Dodò che continua a mettere interessanti cross nel mezzo senza che nessun compagno riesca però a trovare la deviazione vincente verso la porta. L’attenta difesa del Cagliari, continua però a reggere, con la giocata sblocca partita di Gervinho o Ljajic che non arriverà, con la Roma che tenterà invano anche la mossa Borriello per sfruttare le palle alte. I sardi reggono fino alla fine, rendendosi anche potenzialmente pericolosi in contropiede con Ibarbo, e da fuori, con un gran sinistro di Eriksson fermato da una bella parata di De Sanctis, con l’ultima emozione del match: una deviazione ravvicinata di Burdisso, che vede ancora Avramov strepitoso protagonista nel togliere per l’ennesima volta la palla dal sette con un gran colpo di reni, regalando un punto d’oro ai compagni che ridimensiona notevolmente una Roma che pur avendo meritato ampiamente la vittoria, fatica a trovare la via della rete, incappando nel terzo pareggio consecutivo.
Clamorosi i ribaltoni in vetta, con l’inaspettata sconfitta del Napoli, distante ora addirittura 6 punti dal primo posto, occupato dalla Juve che sfrutta al meglio il terzo pareggio di fila della Roma, con Fiorentina (sconfitta a Udine) e Inter (fermata 1 a 1 a Bologna), che restano lontani dalla vetta rispettivamente a 10 e 8 punti, mentre sembra non avere fine la crisi del Milan, fermato dal pari e distante ora addirittura 14 punti dal terzo posto.

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