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venerdì 05 dicembre 2025 | ore 06:07

Dazi: cala l’export, ma nessuno tocchi la pasta!

"Oggi le bottiglie di spumante iniziano a lasciare spazio alla preoccupazione e gli struzzi del vecchio continente incominciano a cacciare la testa sotto la sabbia".
Sapori - Pasta al pomodoro

Se a luglio qualcuno aveva festeggiato per l’intesa siglata dall’UE con gli Stati Uniti relativamente ai nuovi accordi tariffari per l’export verso l’America, ecco che oggi le bottiglie di spumante iniziano a lasciare spazio alla preoccupazione e gli struzzi del vecchio continente incominciano a cacciare la testa sotto la sabbia. Pubblicato il 29 settembre, è arrivato puntuale il primo rapporto Istat relativo all’andamento del commercio estero extra UE aggiornato ad agosto 2025. La sentenza è impietosa e, seppur non legata esclusivamente (e per ovvi motivi) al solo incremento tariffario vs gli USA, essa certifica un calo del 8% delle esportazioni da parte dei paesi UE27 vs mondo, evidenziando picchi su base mensile legati alla contrazione delle esportazioni di beni strumentali del -17% e di beni di consumo -9%. Dati che destano particolare preoccupazione se inquadrati in prospettiva trimestrale giugno/agosto, quando, seppur non registrandosi nessun calo, la situazione si mostrava già di per sé stazionaria al -0,1%. Qualcuno la definirebbe la quiete prima della tempesta. Tempesta, infatti, poi abbattutasi sull’eurozona nel mese di agosto, quando il livello delle esportazioni è calato (guarda caso) principalmente con gli Stati Uniti per un valore su base annua di oltre il -20%. Questa situazione è destinata naturalmente a peggiorare sino alla fine del 2025, impattando sul valore di una crescita (oggi allo +1.7% rispetto al 2024) che è destinata a contrarsi sino a divenire decrescita. Non essendo dovuti ulteriori commenti a quantificare le difficoltà del contesto attuale, uno stato serio avrebbe già preso in mano la situazione nell’interesse del tessuto economico nazionale/europeo. Siamo invece in Italia, dunque con donchisciottesco atteggiamento, ecco il ministro Tajani in nostro soccorso su cavallo bianco al grido di “giu le mani dal made in Italy”. Con un comunicato datato 6 ottobre il Maeci ha ufficializzato una task force dedicata ai dazi statunitensi concentrandosi in particolare sulle imposizioni tariffarie per le aziende esportatrici di pasta. Ripeto: aziende esportatrici di pasta; l’1,3% del valore dell’export totale italiano. Avrebbero potuto concentrarsi sui medicinali (circa 10% del valore in export), sulle auto (circa 4%), sull’alluminio e derivati, sui prodotti metallici, sui semilavorati e invece no: la pasta. Un cortocircuito culturale nel quale siamo tutti coinvolti e a giudizio del quale la ricchezza italiana si basa principalmente su alimentare e turismo, lasciando i settori che contano davvero in uno stato di deficit rappresentativo. L’export cala, ma nessuno tocchi la pasta!

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