“Non occorre guardare per vedere lontano”.Questo è lo slogan cha accompagna in modo diretto e lampante la straordinaria iniziativa promossa dall’Istituto dei ciechi” di Milano.
La realtà della cecità è a volte considerata, nella nostra società superficiale e poco attenta, come un problema, una situazione distante dal vivere quotidiano. Proprio per combattere questo pregiudizio e per farci capire quanto sia sbagliato, si è dunque pensato di organizzare questa particolare esperienza. Si tratta di un percorso fatto interamente al buio, durante il quale, a piccoli gruppi, si è accompagnati da un bastone e da una guida cieca o ipovedente in diversi ambienti ricostruiti con rumori, profumi, oggetti, sensazioni…
Le uniche sicurezze che si hanno, tolta la vista, sono dunque gli altri quattro sensi, non minori per importanza, ma che solitamente tendono ad essere considerati secondari, perché meno evidenti. E proprio grazie ad essi si comprende come spesso non ci rendiamo conto di quanto siamo distratti e superficiali, quando crediamo che la vista sia tutto per noi. Certo, in un mondo in cui l’immagine è ciò che conta di più, che comunica di più, “non avere la vista” sembra essere sinonimo di “non vivere pienamente”. Questo percorso, pur non eliminando il disagio della cecità, ci insegna invece come sia più semplice e spontaneo il modo di rapportarsi con delle persone proprio al buio: non vi sono pregiudizi riguardo all’aspetto fisico, all’abbigliamento e a tutto ciò che è legato all’apparenza di una persona, si è liberi e semplici.
Così c’è dialogo, conoscenza, fiducia. Ecco perché questa mostra è stata chiamata “Dialogo al buio”; molte volte non è necessario guardare con gli occhi per comprendere, conoscere, comunicare, ma ciò che bisognerebbe fare sarebbe invece guardare con il cuore ad ogni esperienza che facciamo. Impariamo ad apprezzare tutto ciò che nella nostra quotidianità siamo abituati a ritenere scontato, rivalutiamolo con occhi nuovi!

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