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lunedì 29 aprile 2024 | ore 01:17

Navigli, una riscoperta di Milano

Un viaggio alla scoperta dei luoghi di Milano che negli anni hanno ispirato pittori, cantautori e scrittori. Luca Crovi accompagna i visitatori attraverso Vicolo dei Lavandai, Cà di Vittorini e la Darsena.
Navigli - una riscoperta di Milano / evento Luca Crovi

"A Paris g'he la Senna e el Danubi l'è blu ma a Milan gh'è el Navili e poe Puu". Così cantava Giovanni D’Anzi, compositore di prima metà del Novecento, in una satira valzerata come "Lassà pur quel mund el disa" che identificava nei Navigli l'anima d'acqua di Milano. I Navigli hanno sempre attratto l’immaginazione dei giallisti. Ha iniziato Scerbanenco con un bellissimo racconto del 1948, inserito in un’antologia di Sellerio che porta il suo titolo, “Nebbia sul Naviglio”. Un racconto di denuncia e di riscatto sociale estremamente avanguardistico. Sempre Scerbanenco mette il Naviglio Pavese ancora al centro di un romanzo della quadrilogia di Duca Lamberti, il secondo, Traditori di tutti, nel 1966. Nel Naviglio Grande ha ambientato la sua storie Piero Colaprico, con il suo commissario Binda ne “Il fantasma del ponte di ferro”, su alcuni misteri della guerra fredda, e Rosa Teruzzi, che racconta il suo Ombre sul Naviglio del 2021 in un casello ferroviario a San Cristoforo. . Ma Luca Crovi lo ha addirittura reso il protagonista di un suo libro, “L’ultima canzone del Naviglio”, pubblicato nel 2020 da Rizzoli, e nel quale i poveri Navigli, nel 1929, vedono la ricopertura di gran parte della loro superficie, mentre Arturo Toscanini osa sfidare il duce, e il commissario De Vincenzi, il poeta del crimine, se la deve vedere con un paio di morti in un gelido inverno della storia. Un polittico che è più narrazione storica e melanconica che giallo, supportato dalla maestria di Luca Crovi nello scavo dei fatti, degli spazi, delle atmosfere del tempo.

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