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giovedì 16 maggio 2024 | ore 23:08

Bloccato in un campo profughi in Bosnia

Aveva il sogno di arrivare a Magenta per ritrovare il fratello e il cugino. Un sogno che si è infranto in un campo profughi della Bosnia Erzegovina, nei pressi della cittadina di Bihać.
Attualità - Campo profughi (Foto internet)

Aveva il sogno di arrivare a Magenta per ritrovare il fratello e il cugino. Un sogno che si è infranto in un campo profughi della Bosnia Erzegovina, nei pressi della cittadina di Bihać. Lui è Samran But, ha 32 anni ed è cugino di Ayub Akhter, presidente dell’associazione magentina Moschea Abu Bakar, volto ormai noto in città. “Io e il fratello Farhan, anche lui di Magenta e cittadino italiano, siamo in apprensione per Samran – dice Ayub – dovrebbe trovarsi in Bosnia da oltre un anno, dopo un periodo tra campi profughi al confine con l’Ungheria e in altre località”. Samran non può ottenere il ricongiungimento familiare ed è stato praticamente obbligato a tentare l’avventura di arrivare in Italia con il metodo più difficile e anche rischioso. In questi giorni, come mostrano i video che arrivano dai Balcani, le temperature sono abbondantemente sotto lo zero. Ogni tanto i familiari riescono a sentirlo tramite messaggistica. “Ormai le condizioni di vita, come ci racconta, sono diventate impossibili – spiega Ayub – Non si può nemmeno avere le medicine e il cibo, le cose basilari mancano. Ci addolora sapere che lui, e altre migliaia di persone si trovano in quelle condizioni”. Ad Ayub e Farhan si è stretto il cuore quando l’hanno visto durante le riprese di un telegiornale l’altra sera. “Il campo era immerso nella neve – aggiunge – tutti in fila per avere qualcosa, molti senza scarpe. Cercano di raccogliere della legna e fare un po’ di fuoco per scaldarsi. Lui non si trova nel campo principale, ma in uno vicino. Ci ha spiegato che non possono nemmeno dirigersi in città. Sono rinchiusi in quel campo senza via di uscita”. Una vicenda surreale che si scontra con la necessità di salvaguardare i diritti umani. L’intera comunità pakistana di Magenta, particolarmente unita e numerosa, sta seguendo la vicenda del loro connazionale. “Auspichiamo che la situazione si sblocchi e tutti coloro che sono rinchiusi in quel campo profughi possano riabbracciare la libertà. Auspichiamo di vedere al più presto Samran a Magenta”.

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