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venerdì 17 maggio 2024 | ore 00:21

"Un aiuto per mia sorella"

L'appello e la storia di Luca e Martina. "Mia sorella ha bisogno di una struttura o di qualcuno che la segua e le stia accanto. Ha una situazione difficile e problematiche importanti".
Castano - Luca: "Un aiuto per mia sorella"

La mente che, per un attimo, va agli anni passati e, subito dopo, torna ai giorni nostri. Le parole che ripete, poi, sono due, aiuto e sostegno. E' quello che chiede Luca per la sorella Martina. "Qualcuno, insomma, che le stia accanto - racconta il giovane di Castano - Perché così, purtroppo, per me e per la mia famiglia è dura". Tutto ha inizio quando Martina ha solo 12 anni. "E' in quel periodo, infatti, che si è ammalata di anoressia - spiega - Come potete ben capire sono stati momenti complicati, dai quali, per fortuna, è riuscita ad uscirne, portandosi, però, dietro grossi problemi a livello psicologico, che l'hanno costretta a doversi affidare ad una comunità". E qui è rimasta fino ai 18 anni, ottenendo anche importanti miglioramenti. "Al che, una volta raggiunta la maggiore età - continua Luca - ecco che ha deciso di lasciare, in maniera volontaria, la struttura. Sinceramente, pensavamo che potesse riprendersi, però con il passare del tempo questo non è accaduto e, così, ci siamo attivati per richiedere aiuti alle varie Amministrazioni comunali che si sono susseguite al governo cittadino". Un sostegno, appunto, è quanto hanno cercato e cercano ancora oggi Luca e i suoi familiari. "Diciamo che l'allora sindaco Franco Rudoni ha risposto in maniera mirata e concreta, trovandole una struttura indicata proprio per la sua situazione (voglio ricordare che mia sorella è bipolare e pure autolesionista, tanto che nell'ultimo periodo, per l'ennesima volta, è arrivata a buttarsi dal balcone, riportando delle fratture gravi al bacino) - afferma - E le cose, quindi, sembravano andare abbastanza bene, fino a che, con il cambio alla guida della città, ci siamo trovati di fronte alla comunità che ci ha riferito che Martina non poteva più stare lì, dal momento che creava problemi. Ma ciò che mi chiedo è: chi deve ricorrere alle cure di una struttura è perché ha evidentemente delle difficoltà, pertanto mi sembra ovvio e normale che questa persona si porti dietro le sue criticità e che qui ci vada proprio per cercare qualcuno che le possa stare vicino in tale senso". Invece... "Ecco che è stata rimandata a casa, con ciò che, potete ben comprendere, ne è derivato - ribadisce - Oggi, ad esempio, ci troviamo con pochi, pochissimi aiuti, anche dal punto di vista umano. Da tempo, ormai, stiamo combattendo per trovare una soluzione, fino a che, grazie soprattutto alla mia ed alla nostra insistenza, era stato individuato un centro diurno. La speranza era che stavolta avrebbe potuto funzionare, però, purtroppo, così non è stato, perché mia sorella quando tornava a casa andava avanti ad avere atti maneschi nei confronti di mio padre. Una situazione sempre più complessa, insomma; l'appello che voglio lanciare è che l'Amministrazione si metta una mano sul cuore, dandoci un sostegno con i fatti e non soltanto a parole. Martina ha bisogno di una realtà o, comunque, di qualcuno che la segua in maniera costante".

"MIA SORELLA HA BISOGNO DI AIUTO..."

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