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Parrocchie: di necessità... tecnologia

L'emergenza Covid-19 e le limitazioni, così anche le Parrocchie si sono dovute reinventare, utilizzando la tecnologia. Ma c'è chi è stato precursore in tempi non sospetti.
Vanzaghello - Don Armando

Facebook, streaming, messaggistica, radio ecc... quando si dice "Fare di necessità virtù"; perché, con l'emergenza Covid-19 e la varie restrizioni e limitazioni, anche le Parrocchie del nostro territorio si sono dovute reinventare. La tecnologia, insomma, come strumento per far fronte al difficile e delicato periodo e continuare ad arrivare ai fedeli ed alla popolazione. Ma, alla fine, se per la maggior parte, appunto, delle realtà parrocchiali si è trattato di una vera e propria novità, non è stato lo stesso per Vanzaghello. Già, don Armando e i 'suoi' precursori in tempi non sospetti. "L'idea è partita diversi anni fa - spiega il parroco - Inizialmente abbiamo cominciato con la radio, implementandola, poi, con un impianto che interessasse solo la chiesa e che permettesse di usare gli strumenti audio-visivi per le Messe ed alcune delle diverse funzioni, senza dover ricorrere al materiale cartaceo". Da qui, ancora, ecco un ulteriore passo. "Si è pensato, infatti, ad una 'specie' di televisione della Parrocchia, che trasmetteva dal campanile in analogico e che poteva raggiungere soltanto i fedeli che ne facevano richiesta - prosegue - Un tassello in più, dunque, e che ci ha permesso di fare una buona esperienza dal punto di vista della regia, della comunicazione e per quanto concerne il personale. Pertanto, il successivo passaggio allo streaming ed a Facebook, per noi è stato praticamente o quasi automatico". Pronti, insomma, da prima e ancor di più oggi con la pandemia in corso e con le limitazioni che, in molti casi, non hanno permesso e non permettono di svolgere le normali celebrazioni religiose in presenza. "Soprattutto i parrocchiani erano pronti - spiega il don - Questo perché erano già abituati a simili modalità di interazione e comunicazione. Ovvio, e ci tengo a sottolinearlo, tali sistemi devono essere un'aggiunta ai tradizionali momenti di preghiera o di vita comunitaria. Gli uni, alla fine, non vanno a sostituire gli altri, bensì bisogna che si muovano in parallelo. La comunità cristiana, infatti, prevede la presenza effettiva; il fedele non può accontentarsi di assistere alla Messa a distanza, ma deve esserci, deve partecipare, deve ricevere l'eucarestia e deve vivere concretamente la vita della Parrocchia e, quindi, questi aspetti non so se saranno compromessi una volta che l'emergenza sarà finita. Vedremo solo allora se i mezzi oggi usati sono serviti per alimentare qualcosa che dovrebbe esserci ed emergere o se, invece, risulteranno svantaggiosi dal punto di vista della partecipazione effettiva".

VANZAGHELLO, PRECURSORI IN TEMPI NON SOSPETTI

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