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martedì 14 maggio 2024 | ore 13:52

Il paradiso è un abbraccio

Questa frase, semplice e forte, campeggia da qualche giorno sulla facciata di un edificio in una delle nostre città. È vero che il paradiso è un abbraccio? Credo di sì: forse addirittura in due sensi.
Rubrica 'Frecce sui giorni nostri' - Abbraccio tra ragazzi

"Il paradiso è un abbraccio”. Questa frase, semplice e forte, campeggia da qualche giorno sulla facciata di un edificio in una delle nostre città. Scrivere sui muri non si fa, su questo non ci sono dubbi. Ci sono però – me lo si concederà – alcune scritte che, almeno, hanno l’effetto positivo di far pensare e far forse scattare qualcosa nei cittadini che, assorti e indaffarati, si trovano a passare per la tal via. È vero che il paradiso è un abbraccio? Credo di sì: forse addirittura in due sensi. Il paradiso è un abbraccio, anzitutto in modo immediato. È quasi un anno che il contatto fisico è bandito o quanto meno molto misurato. Gli abbracci ci mancano, mancano anche al Milanese imbruttito, che fa sorridere proprio perché, in fondo, la rude scorza caustica che manifesta all’esterno è una forma di protezione del tenero e friabile cuore che tiene ben celato al centro del suo essere. Gli abbracci ci mancano e gli abbracci, manifestazione concreta del calore umano e dell’affetto, della vicinanza e dell’intensità dei rapporti, sono il paradiso. “Il paradiso è un abbraccio” però, anche in un altro senso, oserei dire più teologale: Dio è amore, come dice Giovanni nella prima delle due lettere attribuite al suo ambiente, conservate nel Nuovo Testamento. Quale manifestazione più diretta, immediata e consolante dell’amore se non proprio l’abbraccio? Nella bellissima parabola del Padre misericordioso, riportata da san Luca (parabola che noi ci ostiniamo a chiamare erroneamente ‘del figliol prodigo’) il Padre va incontro al figlio che torna a casa rovinato (non ancora convertito) e lo abbraccia, prima di festeggiarne il ritorno con gioia e splendore. Sarà proprio questo atteggiamento del Padre a favorire la conversione del figlio. Il grande Rembrandt, che dipinge il figlio inginocchiato presso il Padre, in realtà non ha colto questo aspetto così importante (sebbene ciò non tolga nulla al suo eccezionale capolavoro). Sì, forse anche in senso teologico... il paradiso è un abbraccio.

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