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venerdì 17 maggio 2024 | ore 20:10

Marzano: una vita da gregario

Intervista al giovane campione di 'casa nostra'
Sport - Marco Marzano

Ci sono giovani che sono delle vere e proprie promesse dello sport. Marco Marzano, corridore della Lampre, che annovera tra le sue fila il Campione del mondo Alessandro Ballan ed il vice e vincitore del Giro di Lombardia Damiano Cunego, sembra essere uno di questi. Pochi giorni fa lo abbiamo incontrato nella sua abitazione e con lui ci siamo intrattenuti alcuni minuti parlando della sua carriera e facendogli alcune domande di carattere generale. Nato a Cuggiono il 10 giugno 1980, Marco è un fortissimo scalatore, un gregario utilissimo al suo capitano ed un ragazzo che, con le sue qualità ed intraprendenza, è riuscito in questi anni a mettersi in mostra nel palcoscenico ciclistico nazionale ed internazionale. Nel suo curriculum sportivo, come dilettante, ci sono un grandissimo Giro d’Italia nel 2004, Giri della Valle d’Aosta, 4 corse internazionali in linea, mentre, da professionista, è secondo al ‘Brixia Tour’ ed ottiene diversi e significativi piazzamenti. Nei minuti trascorsi in sua compagnia mi colpisce subito la sua serenità e la pacatezze nelle risposte, propria degli atleti che si sono sudati tutto quello che hanno. Quando hai iniziato a correre? “A 10 anni, nella categoria G5, nel Velo Club Raffaele Marcoli di Turbigo. Qui sono rimasto fino agli Allievi, per poi passare agli Juniores, nella Bustese e, quindi, diventare Dilettante (ho corso nella Pool Cantù, Even Feralpi e Pagnoncelli)”. Parliamo ora di Marzano professionista... “Nel 2004 sono stato invitato dalla Lampre per uno stage ed al termine il team manager Giuseppe Saronni mi ha fatto entrare ufficialmente nel gruppo”. Chi ti è stato più vicino in questa tua avventura? “La mia famiglia è stata molto importante. Mio papà mi ha sempre accompagnato alle gare ed ha sempre fatto il tifo per me. Poi i miei compagni e molti amici dell’infanzia”. Allenamenti, corse, preparazione e gli impegni scolastici: come li hai affrontati? “Ho conseguito il diploma di perito elettrotecnico, facendo fatica a conciliare le due cose. Però non ho mai mollato, consapevole che il titolo di studio fosse importante”. Cosa ti ha dato e ti sta dando il ciclismo? “Mi ha portato ad avere una predisposizione alla fatica, al sacrificio, imparando a godere quello che si conquista”. Che consigli ti senti di dare ai giovani? “Fate lo sport con passione senza avere fretta di arrivare. Fate un gradino alla volta cercando di non bruciare le tappe”. Marco, tu sei un gregario, ma che cosa significa questa parola? “Un gregario è un corridore che cerca sempre di aiutare il suo capitano e la squadra a raggiungere determinati obiettivi. Nel mio caso la Lampre mi ha sempre gratificato. Io ed il mio capitano, Damiano Cunego, siamo anche ottimi amici. Questo ruolo, datomi da Giuseppe Saronni, lo sento mio, come un grande riconoscimento”. Ed ora parliamo di un argomento che è molto discusso, soprattutto, nel ciclismo: il doping... “Il ciclismo sta facendo molto per ‘combatterlo’. Pensa che noi professionisti di serie A e B, in tutto il mondo, versiamo il 3% del nostro stipendio, più il 3% dei premi, a questi si aggiungono le quote delle società, per effettuare sempre i controlli. Diversi sono i controlli durante l’anno e dobbiamo avvisare la Federazione dei nostri spostamenti, così da essere rintracciabili in qualsiasi momento”. Cosa ti aspetti dal futuro? Quali i sogni ed i traguardi? “Dal punto di vista personale avere una famiglia, anche se sinceramente in questo momento non ci penso. Per quanto riguarda la mia vita da atleta rimanere nel mondo del ciclismo, lavorando sempre con lo stesso entusiasmo e la stessa passione per ottenere importanti e prestigiosi riconoscimenti”.

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