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Salute, Sport, Territorio

Il dottor Mitaritonno al Giro d'Italia

“Non sarò uno dei professionisti in gara, ovviamente, ma farò parte del team di medici di varia estrazione (emergentisti, anestesisti e ortopedici) che seguono i corridori impegnati nella corsa su strada più amata del nostro Paese”, queste le parole del dottor Mitaritonno, che prosegue spiegando: “Non è la mia prima volta, sono ben cinque anni che dò la mia disponibilità, eppure ogni anno l’emozione è sempre intensa”.

“Non sarò uno dei professionisti in gara, ovviamente, ma farò parte del team di medici di varia estrazione (emergentisti, anestesisti e ortopedici) che seguono i corridori impegnati nella corsa su strada più amata del nostro Paese”, queste le parole del dottor Mitaritonno, che prosegue spiegando: “Non è la mia prima volta, sono ben cinque anni che dò la mia disponibilità, eppure ogni anno l’emozione è sempre intensa”.

L’equipe di medici si avvale del supporto di soccorritori e infermieri, e svolge il proprio servizio con l’ausilio di 4 ambulanze e 2 automediche. Vero fiore all’occhiello è un apparecchio radiologico portatile che, alla fine di ogni tappa, consente l’esecuzione di RX, riducendo così l’eventuale ricorso agli ospedali.
E’ impegnata da marzo, quando inizia la stagione ciclistica con la competizione “Strade Bianche” (nota come La classica del Nord più a sud d’Europa), a ottobre con il Giro di Lombardia. Nel mezzo si trovano eventi del calibro della Milano-Sanremo e, appunto, del Giro d’Italia.

“Ciò di cui ci occupiamo è garantire la massima sicurezza possibile e un’assistenza sanitaria immediata, laddove necessario, per i corridori impegnati nella competizione.
Il nostro referente, ovvero chi ha inventato 41 anni fa questo tipo di organizzazione “on the road” è il Professor Giovanni Tredici, una vera e propria istituzione, lungimirante come pochi sanno esserlo”, afferma il dottor Mitaritonno. La difficoltà di questo servizio sta nel comprendere, in anticipo, come i corridori si muovono e come garantire la loro sicurezza “restando trasparenti”, ovvero mettendosi nelle condizioni di non nuocere loro.

“Il team dei soccorritori deve distribuirsi in modo organizzato, così da essere quanto più possibile vicino al focus della gara, senza però intralciare il normale flusso dei corridori”, spiega il Dott. Mitaritonno, “Ed è tutt’altro che semplice. Anni fa ho prestato servizio anche a Imola: mentre durante una gara di Formula 1 l’equipe medica è stanziale e le auto si muovono, in occasione di una competizione di ciclismo tutti sono in movimento. Il giusto coordinamento fa, quindi, la differenza”.

Nel caso in cui si verifichi un incidente, più o meno grave, l’equipe medica presta soccorso tempestivo, valuta l’entità delle lesioni e coordina il trasferimento (o meno) del ferito presso l’ospedale più idoneo.

“Nei casi più lievi capita anche che si debbano medicare i corridori “in corsa”, ovvero affiancandoli ed effettuando la medicazione senza fermarsi”, sottolinea il Dott. Mitaritonno, “In questi casi chi guida l’auto medica è dotato di una precisione più che millimetrica visto che deve permettere al medico di svolgere il proprio compito senza però rischiare la collusione con il corridore”.

“Quest’anno sarò impegnato nella seconda metà del Giro d’Italia maschile e in tutto quello femminile e quest’ultimo, per me, è una novità”, conclude il Dott. Mitaritonno, “Nonostante l’impegno richiesto sia davvero faticoso e spossante, non vedo l’ora di cominciare e di portare “un po’ di Ospedale di Saronno” in giro per il Bel Paese”.

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