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Attualità, Sport, Castano Primo

"Marco, campione e mito"

Vent'anni fa se ne andava per sempre Marco Pantani. Vent'anni dopo, il suo ricordo è più che mai vivo. Il castanese Renzo Bellaria e il 'pirata': "Campionissimo e mito...".

Lui e Marco, Marco e lui, insieme. Lui in moto, Marco, invece, ovviamente in sella alla sua inseparabile bicicletta, pronto ad andare a conquistare l'ennesimo successo. Una foto, tante, tantissime emozioni e, in fondo, diversamente non potrebbe essere, perché il 'pirata', così come lo avevano soprannominato, era molto di più di un corridore. Idolo, simbolo e icona, infatti, del ciclismo italiano e mondiale. Vent'anni fa quando Pantani, purtroppo, se ne andava per sempre. Vent'anni dopo, però, il suo ricordo è più che mai vivo nella testa e nei cuori di tutti. "Un campione d'altri tempi, capace di conquistare le folle - racconta il castanese Renzo Bellaria, volto noto del ciclismo dell’Alto Milanese e per anni al seguito del Giro d’Italia e di altre gare con la radio informazione - Non dimenticherò mai il coinvolgimento della gente ogni volta che faceva uno scatto o mentre era impegnato in qualche salita in montagna. Agli angoli delle strade, c'erano tifosi e appassionati che lo incitavano e che cercavano di fargli sentire in tutto e per tutto il loro affetto. Gli avversari, come si dice, li demoliva e se decideva che doveva andare a vincere, alla fine non ce n'era per nessuno". Campionissimo, insomma, con la 'C' maiuscola. Campionissimo che, da quel tragico 14 febbraio 2004 (il giorno appunto della sua morte) ha lasciato un vuoto enorme. "Eravamo al giro della Liguria, corsa a tappe di cinque giorni che oggi non c'è più, quando abbiamo visto l'immagine di Marco in televisione - continua Bellaria - All'inizio pensavamo che fosse perché volesse annunciare che avrebbe ricominciato a correre, invece era la terribile notizia della sua scomparsa". Dolore e lacrime, allora, che subito hanno fatto capolino. E poi i ricordi, che uno ad uno sono riafforati in testa. Fino a quella foto, proprio con il 'pirata'. "L'ho scatta durante il Giro d'Italia - spiega - la tappa era la Lugano - Milano, mi sono avvicinato e gliel'ho chiesta. Ogni volta che la riguardo, l'emozione è grande e si mischia con la commozione. Pantani manca moltissimo al ciclismo; era unico e inimitabile. Un trascinatore, in grado di conquistare le masse".

VENT'ANNI SENZA IL 'PIRATA'

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