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Attualità

Nota AEF sugli ultimi eventi

AEF - Associazione Coordinamento degli Enti di Formazione Professionale della Lombardia ha condiviso una lettera aperta in seguito ai tragici eventi che hanno visto coinvolti alcuni centri di formazione professionale.

In seguito ai tragici eventi riportati recentemente, che hanno visto coinvolti anche alcuni centri di formazione professionale, nelle pagine di qualche quotidiano ha preso forma una narrazione superficiale che dipinge un quadro desolante, dove gli istituti professionali e i centri di istruzione e formazione professionale vengono etichettati come “gironi infernali”, sedi di fallimento educativo e di violenza.
Non si può negare la gravità di quanto accaduto, ma è fondamentale non cadere nella trappola di generalizzazioni che non rendono giustizia di una realtà complessa e variegata, ricca di valori
positivi e di tanti successi formativi, capace di accogliere studenti con diversi background e storie di vita anche complesse e dove molti di questi giovani trovano in questi percorsi la chiave per una realizzazione personale e professionale virtuosa altrimenti inaccessibile.
Non a caso è a questo segmento scolastico che guarda la riforma della “filiera professionalizzante” in questi giorni in discussione al Senato e alla Camera: nel DDL n. 926 il sistema formativo professionalizzante – come nei più evoluti sistemi formativi di tutta Europa e come accade in Lombardia da oltre venti anni – viene valorizzata la caratteristica interazione con il contesto economico territoriale e la sua didattica orientata all’acquisizione di conoscenze situate nella realtà e competenze richieste dal mercato del lavoro, proprio perché è grazie a queste sue caratteristiche che è possibile assicurare a tutti i giovani l’equipaggiamento delle abilità necessarie per navigare con successo e soddisfazione personale nel mondo del lavoro e nella società contemporanea.
La risposta ai fatti di cronaca non può e non deve essere pertanto la demonizzazione di un intero
sistema, quello degli istituti professionali e dei centri di istruzione e formazione professionale a gestione regionale. Al contrario, una attenta valutazione di questi eventi dovrebbero amplificare quel campanello d’allarme sempre più assordante che riguarda l’urgenza di valorizzare,
accompagnare e supportare - sia in termini di risorse che di attenzione - da parte delle istituzioni e della società, di tutta la scuola nel suo insieme, che da anni vive in prima persona la profonda crisi di identità e di educazione della nostra gente e dei nostri giovani.
Le scuole non possono e non devono essere più lasciate sole a gestire queste sfide, si tratti del
liceo classico o di un centro di formazione professionale, di un istituto professionale o di un liceo linguistico (e la facile retorica – non solo semplice, anche molto superficiale e oramai superata - delle scuole di serie A e di serie B non ha più senso in una società sempre più complessa e variegata).
È fondamentale un cambio di rotta culturale e di un impegno che coinvolga non soltanto le
famiglie, le autorità locali, il sistema giudiziario e le reti di supporto psicosociale nelle attività educative e formative, ma anche – e per certi versi soprattutto – gli stessi mezzi di informazione, che tanto possono contribuire a mantenere sereno e stimolante l’ambiente in cui convivono studenti ed insegnanti. Di questi ultimi, peraltro, è cruciale riconoscere e valorizzare l’impegno quotidiano, poiché, nonostante le difficoltà, si dedicano ogni giorno alla formazione e alla crescita dei nostri giovani con passione, dedizione e sacrificio.

Invitiamo quindi proprio i media a rifuggire da rappresentazioni riduttive e stigmatizzanti che
rischiano anche di scoraggiare quegli studenti e quei professionisti che in esse vedono una reale
opportunità di crescita e di contributo alla società.
Piuttosto l’invito è di venire a incontrarci, a vedere con i propri occhi la concreta e positiva
esperienza educativa e formativa in atto prima di giungere a giudizi fuorvianti e frutto della più
sorprendente superficialità. Uniamo le forze, in un momento in cui le cronache si accorgono di fatti di aggressione e violenza che accadono nelle sedi scolastiche (purtroppo in scuole di ogni tipo), riconosciamo e sosteniamo insieme il valore e il potenziale anche degli istituti professionali e dei centri di istruzione e formazione professionale come luoghi di educazione, integrazione e speranza, e come pilastri fondamentali di un sistema formativo che si evolve per rispondere meglio alle esigenze dei nostri ragazzi che nei prossimi anni si approcceranno, da uomini, al mondo del lavoro e della società.
Questa è la realtà.

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