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Fuori campo

Milano-Siena ed il disastro del basket italiano

La partita di maggior rilievo per il basket italiano alla fine mette in mostra tutte le difficoltà del nostro movimento.

Sulla via del ritorno dal Forum di Assago, dove questa sera ho assistito al recupero tra Armani Jeans Milano e Montepaschi Siena (70-78 il finale), la netta sensazione è che ci sia qualcosa di sbagliato nel basket italiano. Non è solo una questione della scarsa competizione nel campionato, in cui alla fine vince sempre, e meritatamente, Siena, ma è proprio tutto il pacchetto che non funziona: sebbene questa sia stata una delle partite più importanti della stagione, e ci siano stati 6200 accesissimi spettatori (di cui molti giovani universitari come me, che hanno approfittato dell'ottima promozione dei biglietti a 10€), il basket italiano mi è parso comunque avere molte difficoltà, sia dentro che fuori dal campo.

Prendiamo il palazzetto: il Forum è considerato uno dei pochi palazzi della Serie A ad avere standard di alto livello, diciamo da Eurolega, ma se consideriamo la situazione di altri impianti europei notiamo che non può esistere che le tribune ai lati corti del campo e gli angoli siano così lontani dal terreno di gioco, almeno a 30 metri di distanza. Questo perchè il Forum è un impianto pensato per essere polifunzionale e non specificatamente per il basket, e servirà ancora molto tempo prima che il rinnovo del Palalido venga ultimato (i lavori sono iniziati Martedì, dopo una lunghissima discussione) per avere un impianto degno di questo nome a Milano, figuriamoci nelle altre città.

Passando alla situazione in campo, al di là dei valori tecnici di livello non eccelso (alla fine a Siena è bastato giocare come sa solamente un quarto – il terzo, finito 24-12 – per vincere la partita contro la terza forza del campionato), i veri protagonisti della gara sono stati gli arbitri: in quaranta minuti di gioco sono stati fischiati 49 falli, più di uno al minuto, e se a quest'enormità si aggiungono i timeout e le rimesse laterali, è stato quasi impossibile vedere due azioni di fila senza un'interruzione. Come fa ad essere attraente un gioco in cui sostanzialmente non si vedono due passaggi uno dietro l'altro? E, facendone un discorso prettamente 'televisivo', come fa a richiamare appassionati un prodotto di questo tipo, che per come è strutturato non può regalare momenti di spettacolo?

Proprio dal punto di vista televisivo si giocherà, secondo me, molto del futuro del basket in Italia: per l'anno prossimo la Lega Basket ha deciso di fare a meno del lavoro di Sky Sport, non rinnovando il contratto da oltre 5 milioni di Euro e accollandosi i costi di produzione delle partite della Serie A, quantificabili intorno ai 4 milioni. L'idea è quella di andare in chiaro sul digitale terrestre con un accordo con Rai o Sportitalia (da 800.000€ o giù di lì) per allargare il bacino di utenza, che di per sé non è nemmeno un'idea malvagia, ma ci sono molte domande che vengono aperte da questa scelta:

1)quante partite alla settimana e a che orari verranno trasmesse sui palinsesti Rai Sport o Sportitalia, già di loro inintelligibili (o letteralmente introvabili) per molti italiani?
2)con quale qualità delle riprese verranno trasmesse, visto che Sky può garantire un full HD?
3)che tipo e quale qualità di basket si va ad offrire al telespettatore?
4)chi avrà il compito di raccontarci il campionato italiano? Franco Lauro?
5)Cosa succede se le partite non raggiungono indici d'ascolto sufficienti?

La verità è che la Lega pensa di poter tornare ai mitici Sabato pomeriggio in cui su Rai Tre si potevano vedere le partite della Kinder Bologna di Danilovic prima e di Ginobili poi, senza rendersi conto che quei tempi sono passati da molto tempo, e che il livello del campionato attuale non è nemmeno lontanamente paragonabile a quello di quei gloriosi anni. Rinunciare al lavoro di Sky, non solo di produzione delle partite, ma anche di confezionamento televisivo del prodotto (prepartita, promozione, Basket Day, Final 8 e All Star Game) rischia di far sparire il basket italiano in un oblìo da cui sarà difficile rialzarsi. Senza parlare dei soldi che la Lega ci rimetterà perdendo i tanti Euro che Sky garantiva al movimento, che di sicuro non permetterà alle squadre di attrarre i migliori giocatori del basket europeo.

Tornando alla partita di stasera, che poi è il motivo per cui dovrei scrivere, devo dire che la difficoltà si nota anche nell'atteggiamento del pubblico: Milano non è una piazza iper-aggressiva come altre in Italia (basti pensare al Pianella di Cantù o la Fossa dei Leoni della Bologna sponda Fortitudo), ma all'ennesimo fallo fischiato dagli arbitri ho assistito a scene di delirio collettivo. Insulti, imprecazioni, bestemmie, fischi assordanti (il ragazzo dietro di me penso che fosse campione del mondo in carica di fischio acuto), ululati, cori, applausi ironici, senza nemmeno stare a nominare le carezze con cui sono stati accolti gli ospiti, ed in particolare l'allenatore Pianigiani, che a tempo perso sarebbe anche l'allenatore della Nazionale... Scene di inciviltà sportive degne del peggior stadio di calcio, una cosa che ad esempio nella pallavolo femminile – che pure gioca al più alto livello del mondo, è bene ricordarlo - non ho finora mai riscontrato, nemmeno nell'accesissimo Derby tra Villa Cortese e Busto Arsizio.

Anche da un diverso approccio alla partita, non necessariamente da gentiluomini ma quantomeno da persone civili, potrebbe essere utile per un movimento che deve sapersi rilanciare, perchè non è possibile che dietro alla panchina ospite debbano esserci dei pannelli di plexiglas per evitare lanci di oggetti pericolosi sui giocatori e tecnici...

Palazzetti inadeguati, arbitri affetti da fischio compulsivo, spettacolo e livello tecnico scadente, diritti televisivi confusi e tifosi sovraeccitati: queste, e tante altre, sono le malattie da cui il basket italiano deve cercare di guarire. Perchè non è un caso che l'appassionato medio di pallacanestro si guarderebbe anche la più inutile partita di Regular Season NBA piuttosto che una sfida Scudetto di campionato italiano: sulla riconquista di quell'appassionato si gioca il futuro del basket nel nostro Paese.

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