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I ragazzi del Decanato a Roma

I ‘preado’ della Diocesi Amborsiana, circa 5000, hanno partecipato al pellegrinaggio diocesano coordinato dalla FOM a Roma per incontrare Papa Francesco.

Una tre giorni intensa, ricca di spunti di fede e cultura, di amicizia e di incontri. I ‘preado’ della Diocesi Amborsiana, circa 5000, hanno partecipato al pellegrinaggio diocesano coordinato dalla FOM a Roma per incontrare Papa Francesco, ma anche per vivere la Santa Messa con il ‘nostro’ Arcivescovo Mario Delpini. Entusiasmo e gioia per la tre giorni iniziata il lunedì dell’Angelo, con il viaggio e gli arrivi dei ragazzi e delle ragazze preadolescenti, invitati a vivere una tappa fondamentale nel cammino di crescita che li fa sentire parte della comunità ecclesiale. In Piazza San Pietro, gli ambrosiani, già di prima mattina, martedì 11 aprile, si affollano con i loro “don”, le religiose, gli educatori. Tutti insieme in una marea coloratissima, fatta di foulard e cartelloni, che saluta l’Arcivescovo in arrivo sotto il colonnato del Bernini, accompagnato da don Mario Antonelli, Vicario episcopale di settore, e una volta in Basilica, partecipa alla Messa - concelebrata da circa 200 sacerdoti - con attenzione e raccoglimento. Accogliendo l’Arcivescovo, come chiede il direttore della Fom don Stefano Guidi, con “Kaire” e poi anche “Ti vogliamo bene Papa Francesco”. E l’Arcivescovo non li delude. Tre le parole lasciate come consegna impegnativa per tutti: “Vangelo, amicizia, servizio”. “La nostra speranza è invincibile - ha ripetuto loro -. Non pretendiamo di essere perfetti, non siamo eroi che hanno il coraggio di chissà quali imprese e, a volte, ci sentiamo persino complessati nel dire che siamo cristiani perché siamo timidi e fragili; ma abbiamo dentro una forza, una speranza, un principio di gioia che viene dall’incontro con il Signore”. Molto significative anche le parole pronunciate da Papa Francesco nell’udienza del mercoledì, che ha invitato i ragazzi a non rimanere chiusi, facendo polemiche come ‘leoni da tastiera’ ma a mettersi in gioco: “Un annunciatore è pronto a partire, e sa che il Signore passa in modo sorprendente. Il Vangelo si annuncia muovendosi, camminando, andando. Vi esorto a essere evangelizzatori che si muovono, senza paura, che vanno avanti, per portare la bellezza di Gesù, per portare la novità di Gesù che cambia tutto”.

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