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Editoriali, Sociale

"Natale con gli occhi e il cuore aperti"

Tutti amano il Natale, anche gli atei: il calore degli affetti, la tenerezza degli sguardi, la gioia di sentirsi per un attimo al centro dell’attenzione mentre scartiamo i regali… Tutti amano il Natale e tutti cercano di vivere, almeno per quelle ventiquattr’ore, come dentro un sogno...

Tutti amano il Natale, anche gli atei: il calore degli affetti, la tenerezza degli sguardi, la gioia di sentirsi per un attimo al centro dell’attenzione mentre scartiamo i regali… Tutti amano il Natale e tutti cercano di vivere, almeno per quelle ventiquattr’ore, come dentro un sogno: un giorno di pace, di serenità, dove tutti i problemi e i fastidi restino fuori dalla porta di casa nostra. Viene in mente il famoso episodio accaduto durante la Prima Guerra Mondiale: durante la tregua natalizia i soldati degli opposti schieramenti, deposte le armi, si trovarono a festeggiare insieme, senza più distinzioni tra alleati e nemici. Ci apprestiamo a vivere un Natale ancora una volta diverso dalle aspettative a cui eravamo abituati fino a pochissimi anni fa: dopo due anni di Natale di pandemia, ecco un Natale di guerra a rendere cupi i nostri pensieri. Un Natale davanti al quale qualcuno ha già messo le mani avanti, preannunciando che non ci saranno tregue, al contrario di quanto avvenne un secolo fa. Sarà ancora un Natale nel quale saremo inesorabilmente messi di fronte alla debolezza nostra e dei nostri progetti. “Ma c’è un uno…” sembra di sentire ancora la voce di don Primo Mazzolari che ci ricorda che proprio quando facciamo esperienza della nostra miseria comprendiamo anche la grandezza di quell’Uno che dà vero valore e dignità a tutta le nostre povertà e le nostre debolezze, proprio perché ha deciso di sposarle. Quell’Uno, normalmente considerato piccolo e insignificante, è capace ancora di dare valore alla nostra povertà. Se in questo Natale il desiderio, o meglio la tentazione, può essere quella di chiudere fuori le brutture del mondo per illuderci di poter stare bene nel nostro nido, questo Uno viene a spalancare le porte del nostro cuore perché sappiamo farci carico delle povertà nostre e del mondo e annunciare a tutti che solo con Gesù possiamo costruire pace, amore, concordia, benessere per tutti. Teniamo dunque il cuore e gli occhi aperti in questo Natale: non con la paura delle sentinelle che temono l’arrivo del nemico ma con il cuore palpitante dell’innamorata che attende il suo amato, l’unico che può dar senso alla sua vita.

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