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Busto Garolfo, Canegrate, Casorezzo

"No al bilancio"

Il loro no è stato secco. Pierluca Oldani, Matteo Modica e Susanna Biondi, rispettivamente sindaci di Casorezzo, Canegrate e Busto Garolfo, continuano a sentire puzza di bruciato su ciò che Città Metropolitana vuole fare sulla questione della creazione di un impianto per lo smaltimento di rifiuti speciali nel Parco del Roccolo.

Il loro no è stato secco. Pierluca Oldani, Matteo Modica e Susanna Biondi, rispettivamente sindaci di Casorezzo, Canegrate e Busto Garolfo, continuano a sentire puzza di bruciato su ciò che Città Metropolitana vuole fare sulla questione della creazione di un impianto per lo smaltimento di rifiuti speciali nel Parco del Roccolo. E per questo, quando si è trattato di votarne il bilancio, hanno alzato la paletta rossa. "Lo scorso luglio - esordiscono in una nota aiutandosi con la memoria storica - avevamo votato no all'approvazione del rendiconto di bilancio perché con i suoi fondi Città Metropolitana aveva resuscitato il progetto di discarica nel parco del Roccolo, le nostre richieste, che interpretano i sentimenti dei cittadini e delle associazioni, avevano allora ricevuto solo risposte vaghe, generiche e ammantate di tecnicismi". Adesso, però, affermano, la musica non è cambiata. Anzi la musica continua a suonare stridula perché intanto si è aggiunto qualcosa d'altro che lo inquieta. "Ora c'è di peggio - aggiungono - Città Metropolitana, oltre a presentare puntualmente corpose memorie contro le azioni legali del Plis (Parco locale di interesse sovracomunale, ndr) e dei Comuni, si è spinta addirittura sino a mettere a bilancio fondi per finanziare un appello incidentale al Consiglio di Stato contro la sentenza del Tar che aveva escluso la possibilità di conferire alcuni tipi di rifiuti". Fatto grave, per i primi cittadini a cui sfugge "Quale possa essere lo specifico interesse di Città Metropolitana in questa questione". Un comportamento che, spiegano, "Finisce per sostenere gli interessi del privato". E annuncia di voler intensificare la battaglia perché, concludono, "è ora che Città Metropolitana riveda radicalmente l'approccio alla questione ambientale e il rapporto con i territori locali".

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