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Ibrahim Ba, storia di un simpatico 'bidone'

L'ex numero 13 dai capelli ossigenati ora fa l'osservatore per il Milan in Africa. La sua storia e la carriera in Italia ed all'estero.

Dei 25 anni di presidenza Berlusconi al Milan ci sono tante vittorie da raccontare, ma anche annate buie. In particolare, il biennio 1996/1998, quello a cavallo tra gli scudetti di Capello e Zaccheroni, è un periodo della storia rossonera di cui nessuno sente la mancanza. Due anni di supplizio, chiusi con un 11° ed un 10° posto, che hanno visto succedersi una sfilza di clamorosi 'bidoni', non ce ne vogliano i diretti interessati (i 'nuovi tre tulipani' Reiziger, Bogarde e Kluivert, Andrè Cruz, Steinar Nielsen, Jesper Blonqvist, Cristophe Dugarry, Andreas Andersson e Giampiero Maini). In quella nidiata di calciatori dimenticabili ne è arrivato qualcuno che effettivamente ha fatto la storia del Milan, come Massimo Ambrosini, Maurizio Ganz e l'attuale tecnico dell'Inter Leonardo, ma c'è n'è uno che diventa difficile catalogare: Ibrahim 'Ibou' Ba.

Nato in Senegal il 12 Gennaio 1973, si trasferisce da piccolo in Francia e entra nella lunghissima schiera di giocatori africani naturalizzati francesi, scegliendo di giocare per i Bleus piuttosto che per il paese natale. Cresce nelle giovanili del Le Havre, si trasferisce al Bordeaux nel 1996/97 e disputa una grande stagione, con 6 gol in 35 presenze che catturano l'attenzione del Milan. Sbarca a Milano per 24 miliardi di lire, viene soprannominato da Berlusconi 'Beaujolais nouveau' (un vino francese) e si parla di lui come del 'Beckham rossonero', caricandolo di responsabilità decisamente eccessive. La stagione va rapidamente male, con Capello non trova mai il feeling giusto, la squadra gioca in maniera pessima e conclude undicesima. L'unico motivo per cui ci si ricorda di quegli anni di Ba sono i suoi capelli biondo ossigenati, visto che raccoglie la miseria di 46 presenze (con un gol) in tre anni di militanza nei rossoneri.

Per la prestazioni non all'altezza e per il lauto ingaggio viene mandato in prestito al Perugia di Gaucci: un gol in quattordici non irresistibili presenze, ma ancora una volta riesce a far parlare di sé. Infatti, in un Perugia - Cagliari del settembre 1998, colpisce con una testata Fabio Macellari e diventa il primo giocatore squalificato con l'uso della prova televisiva nella storia del calcio italiano. Il Perugia lo rispedisce al Milan che vive i difficili anni post scudetto del '99, dopo la rottura del tendine rotuleo della gamba destra viene mandato a giocare al Marsiglia, ma anche lì non vede mai il campo (9 presenze, 0 gol). Torna ancora una volta a Milano, fa cinque presenze nell'anno della Champions di Manchester, ma il suo tempo al Milan è finito e prova a rilanciarsi per gli ultimi anni di carriera.

Ci tenta con il Bolton in Inghilterra, ma riesce a finire negli annali solo perchè, sostituendo il greco Giannakopoulos, stabilisce il record della maggiore differenza nel numero di lettere dei cognomi del giocatore subentrato e del subentrante in un match di Premier League (sic!). L'anno dopo è in Turchia, al Çaykur Rizespor, ma non lascia traccia. Ci prova con il Djurgarden in Svezia e segna un gol in quattordici presenze, rescinde a gennaio e fa un provino con il Derby County, fallendolo.

Nell'estate del 2007, guardando le immagini del ritiro estivo rossonero in cui veniva mostrata la Champions appena vinta ad Atene, si nota sullo sfondo un ragazzo di colore con le treccine di cui non avevo ricordi: è proprio lui, Ibrahim 'Ibou' Ba, tornato al Milan per l'ultimo disperato tentativo di ritorno ad alti livelli. Ma non vedrà mai il campo, e nell'estate del 2008 annuncia il suo ritiro dal calcio giocato.

Ora Ba fa l'osservatore per il Milan in Africa e di lui si hanno poche notizie: l'ultima volta che si è sentito è stata nel gennaio 2011 a Sky Sport riguardo alla scelta di Leonardo di sedere sulla panchina dell'Inter, dichiarando “Io non faccio l'allenatore, ma per come sono fatto non credo che andrei all'Inter, sono un tifosissimo del Milan". Ad inizio articolo scrivevo che è difficile catalogare Ba: per quanto è stato pagato e quanto ha fatto vedere (o meglio, non vedere) in campo è chiaramente un 'bidone', ma difficilmente troverete un milanista che non ricordi con un certo affetto la capigliatura pittoresca di questo ragazzo senegal-francese che è riuscito a farsi voler bene da tutti a Milano. Ed essere un bidone, ma riuscire comunque a farsi apprezzare, beh, non è cosa da tutti.

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