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Storie, Cuggiono

Padre Frambi, da 60 anni missionario in Brasile

Padre Gianfranco Frambi, missionario cappuccino originario di Cuggiono, ci ha raccontato la sua lunga esperienza in terrra brasiliana. Sessant’anni dedicati agli altri, agli ultimi, all’annuncio del Vangelo.

Sessant’anni dedicati agli altri, agli ultimi, all’annuncio del Vangelo. Padre Gianfranco Frambi, missionario cappuccino originario di Cuggiono, ci ha raccontato la sua lunga esperienza in terrra brasiliana. Sessant’anni trascorsi nello stato del Maranhão nel nord est del Brasile, e altrettanti anni nel Pará primo stato dell’Amazzonia. Due mondi, seppur vicini, molto diversi soprattutto dal punto di vista climatico. Le esperienze vissute in questi anni sono tante, ma tutte vissute con lo stesso spirito, come ci racconta padre Gianfranco - “...sono grato al Signore che mi ha concesso sessant’anni di vita missionaria e mi ha offerto tante occasioni per fare del bene in ogni modo, facendomi provare grandi gioie anche se in mezzo a sofferenze, perché non si può accettare una missione senza accettarne i sacrifici che vengono da questa realtà…”
Tra le esperienze di padre Frambi quella che più ha riempito di gioia e soddisfazione è quella vissuta tra i giovani, nei cinque anni trascorsi come direttore del seminario minore e nei tre come formatore dei postulantes (coloro che si preparavano a vivere il cammino di vita religiosa). Un percorso di accompagnamento dei giovani sulla strada della fede e del Vangelo.
Una sfumatura faticosa e impegnativa è stata invece quella trascorsa per sei mesi come ‘desobrigante’, un ruolo che tutti i missionari devono ricoprire una volta giunti in terra straniera. La missione vedeva l’annuncio del Vangelo nelle cappelle legate alla parrocchia in cui operava fra Gianfranco, luoghi molto distanti fra loro che richiedevano lunghe ore di viaggio sotto al sole e montando un mulo - “...il 16 luglio 1964 partii in ritardo rispetto ai giorni precedenti, arrivando a destinanzione quando il sole era già calato. Con il buio i cani spaventati dai rumori iniziarono ad abbaiare facendo agitare anche i nostri muli. Il mio iniziò a correre disarcionandomi e io rimasi legato per un piede al mulo. A quel punto pregai la Madonna del Carmine (celebrata proprio in quel giorno) di salvarmi, e così avvennè”.
Una vita ricca di esperienze vissute con gli altri e per gli altri, sempre sulle orme del Vangelo e in piena luce della fede.

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