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Vanzaghello

In ricordo di Angelo, Giuseppe e Carlo

Angelo Branca, Giuseppe Milani e Carlo Mainini: la storia che si fermò a quel 28 aprile 1945. Una stele a ricordo dei tre vanzaghellesi uccisi dai nazifascisti.

Angelo Branca, Giuseppe Milani e Carlo Mainini: la storia che si fermò a quel 28 aprile 1945. Le colonne tedesche in ritirata e i fascisti in fuga e dietro di loro, appunto, i tre vanzaghellesi uccisi tra il casello ferroviario di via Novara e la via Albarina. Tre civili che, oggi, non ci sono più, ma il cui ricordo continuerà a vivere nei cuori e nella memoria di Vanzaghello e del territorio e lo farà ancor di più grazie alla stele inaugurata al parchetto della memoria presso il cippo di Anna Frank, di fronte al cimitero, in occasione delle celebrazioni del 25 aprile. L'omaggio che il Gruppo Promotore Memoria Diffusa, Anpi, Fivl e Ecoistituto della Valle del Ticino, con la collaborazione dell’Amministrazione comunale, hanno voluto rendere proprio a queste tre persone, affinché non ci si dimentichi mai di ciò che è accaduto e del loro sacrificio.

“Era, appunto, il 28 aprile del 1945 - spiegano gli organizzatori - Le ore della Liberazione; ore che, però, furono, purtroppo, costellate anche di eccidi ad opera dei tedeschi e dei fascisti che stavano scappando. Già a Castano, ad esempio, madre e figlia, affacciate alla finestra, vennero falciate dalla mitraglia; quindi, ecco proprio Vanzaghello, dove, al casello ferroviario di via Novara, fu ucciso Angelo Branca, addetto al passaggio a livello. Ma non ci si fermò qui, perché all’altezza di via Albarina toccò pure a Giuseppe Milani e, subito dopo, a Carlo Mainini, ferito in modo grave e che morì qualche giorno dopo. Fino al sacrestano Vittorio Rivolta che, in piazza Sant’Ambrogio (davanti alla chiesa) fu colpito, ma per fortuna riuscì a salvarsi. Tre civili, tre vanzaghellesi, dunque, volati via per sempre e che vogliamo, pertanto, onorare. Una lapide, allora, si è deciso di posizionare, così che ogni volta che si passerà davanti, il ricordo sarà più vivo che mai in tutti noi”.

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