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Territorio, Inveruno, Libri

'Nitida dallo spessore del cielo'

E' uscito il nuovo libro di Lucia Carluccio 'Nitida dallo spessore del cielo'. La sua poesia non è frutto di una creazione meditata, ma, citando i suoi stessi versi, “nasce nel caos, nella meraviglia del pianto”.

E' uscito il nuovo libro di Lucia Carluccio 'Nitida dallo spessore del cielo'. La sua poesia non è frutto di una creazione meditata, ma, citando i suoi stessi versi, “nasce nel caos, nella meraviglia del pianto”, nell’impeto del profondo sentire al quale non si può sfuggire. La realtà oggettiva del tempo è sostituita da quella interiore letta in chiave soggettiva. Tuttavia, spesso, attraverso i suoi testi si assiste a un’esperienza di annientamento dell’Io nel Tutto che non approda a un senso di perdizione, ma di espansione, esaltazione spirituale. La poesia tende alla ricerca del senso nella fusione cosmica e universale e tale ricerca viene soddisfatta: “Sono piena/ di nomi/ che nascondono/ mondi”. E attraverso ogni parola, i suoi mondi vengono manifestandosi attraverso le immagini simboliche che aprono un sentiero che conduce altrove.
La poetica di Carluccio ruota attorno all’espressione di immagini simboliche e alla loro esplorazione, certa che, quando la mente esplora il simbolo, entra in contatto con idee che sono al di là della ragione. Se la nostra psiche è parte della natura e i suoi confini sono infiniti, la poesia è una forma evidentemente “finita”, ma che contiene l’infinito. Crearla e leggerla porta a esplorare e esplorarsi. I suoi testi oscillano tra la dimensione del ricordo e quella del sogno: la musicalità dei versi produce un effetto suggestivo e non scontato. Il linguaggio visionario di Carluccio si serve di analogie e metafore che riducono la comprensibilità del testo utilizzando la razionalità, ma porta a sconfinare nel potere dell’intuizione. Viene valorizzato l’aspetto traslato delle parole e delle espressioni. Sono frequenti figure retoriche di suono e di significato che contribuiscono ad accedere “alla piena dimensione mythos, al luogo delle origini, dove la parola stessa si fa respiro” come scrive Eldo Stellucci nella prefazione. La poesia di Carluccio riprende dalla poesia simbolista l’indagine degli aspetti più misteriosi, ignoti ai più, che il poeta può cogliere grazie alle sue capacità di visionario dietro la realtà apparente. Dal simbolismo riprende anche la dissoluzione delle forme metriche tradizionali. La conseguenza diretta della poetica di Carluccio è la luminosità e al tempo stesso l’oscurità del testo, la sua inaccessibilità per chi si sforza di inquadrarlo e la sua porta di luce per chi si accinge a varcare la soglia del sublime. Il contesto storico in cui l’autrice vive, la porta a prendere atto della spettacolarizzazione della cultura, dei mass media e dei social e, senza rifiutare del tutto questo nuovo modo di comunicare rapido e immediato, sente di dover ancor più esaltare il potere della poesia. In un mondo che corre, la dimensione poetica porta al raccoglimento e alla corsa più avvincente: quella in sé stessi. Il libro sarà presentato al Salone del libro di Torino.

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