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Post Scriptum

Incredibile gaffe per l'ANPI

Da quando è scoppiata la guerra in Ucraina per l'invasione, pardon 'operazione speciale', della Russia provocando morti e profughi l'ANPI non ne sta azzeccando una.

In questo mondo senza più certezze, in cui ormai il relativismo la fa da padrone, e il parere del cugino dell'amico su Facebook è valido quanto quello dell'esperto, ci sono cose che lasciano perplessi. Da quando è scoppiata la guerra in Ucraina per l'invasione, pardon 'operazione speciale', della Russia provocando morti e profughi l'ANPI non ne sta azzeccando una. Fin dall'inizio, infatti, tanti atteggiamenti ambigui, una richiesta abbastanza scontata di pace, ma senza mai citare l'aggressore (Putin) ne il diritto di resistenza degli Ucraini. Stupisce per un movimento che ha salvato l'Italia dall'invasore nazista, proprio con la resistenza, e proprio con armi per lo più arrivate dall'America. Un ribaltamento storico che stona e impressiona...
Ma il manifesto per il prossimo 25 aprile ha toccato nuove vette.
È il disegno di una piazza, con il campanile, gli alberi sempreverdi, le colline sullo sfondo quasi a ricordare Pavese, la scalinata, la solita panchina dove passano generazioni e qualche volta si incontrano. È il tipico borgo italiano, con un vago tocco rinascimentale, tanto per non perdere la speranza. Sulla finestra più vicina c'è una donna che sostiene una bandiera arcobaleno e sul pavimento una scritta con il gesso bianco, che ricorda l'articolo 11 della Costituzione: l'Italia ripudia la guerra. La beffa si nasconde laggiù, sulle finestre più lontane, quelle dove la mattina sorge il sole, verso Est, con le persiane chiuse sulla facciata gialla. Anche lì ci sono due bandiere e senza dubbio sono tricolori. Ma posizionate come quelle ungheresi di Orban, non proprio un personaggio vicino alla storia partigiana.
Anche la frase 'disegnata' per terra rimane ambigua. "L'Italia ripudia la guerra", giusto giustissimo, ma l'articolo 11 della Costituzione dice per intero: "L'Italia ripudia la guerra come strumento di offesa", riconoscendo il diritto di difendersi.
In momenti così difficili, servirebbe più onesta intellettuale per far comprendere il ricordo di cosa vuol dire difendere la propria casa, la propria famiglia, la propria Patria da un'invasione esterna.

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