facebook telegram twitter whatsapp

Cultura

La Tempesta di Orsini

Il grande attore affronta il suo primo classico sulle tavole del Teatro dell'Elfo. Una sfida inedita per il 75enne, intrapresa con il regista Andrea De Rosa.

Ci sono attori che restano fedeli ad una linea impostata agli esordi via, via raffinata negli anni, ma sempre uguale a se stessa. Altri attori, invece, non smettono di seguire l'ignoto, proiettandosi in una modernità che non gli appartiene, tuttavia, ricercata e spesso raggiunta con ottimi risultati. Fra questi, un protagonista di una generazione scomparsa e irripetibile, Umberto Orsini, che nel ruolo del mago Prospero affronta il suo primo vero classico: la Tempesta di Shakespeare, in scena dal 15 febbraio al 6 marzo al Teatro dell'Elfo (dal martedì al sabato alle 21, la domenica alle 16). Una sfida inedita per l'attore settantacinquenne, arrivata dopo mezzo secolo di carriera nel 'teatro borghese' e intrapresa con un talentuoso regista, Andrea De Rosa, direttore del Teatro Stabile di Napoli. Oltre al regista ventisettenne, Orsini è circondato da artisti con cinquantanni meno di lui, con cui dialoga, spiega e ascolta senza esercitare la superiorità del saggio; ne avrebbe tutto il diritto, dopo aver lavorato con Fellini, Visconti, Ronconi, Patroni Griffi, Pasolini, Lavia, Castri... L'attore non associa la collaborazione coi giovani ad un particolare refreshing personale, semplicemente apprezza i lavori delle nuove leve, cercando in queste le cose – più che le qualità imparagonabili – che la sua generazione ancora non conosceva. In questo spettacolo Orsini abbandona gli amati personaggi borghesi che l'hanno reso famoso, convinto da De Rosa ad affrontare un Prospero spogliato dei suoi poteri magici e visto in chiave beckettiana. Come spiega lo stesso attore: “Prospero non è il mago con la bacchetta e la tempesta è una tempesta mentale”. Eliminati i fulmini e il mare a cavalloni, subentra uno spazio chiuso e pieno di contraddizioni temporali. Il protagonista del capolavoro shakespeariano, è qui un intellettuale anche poco gradevole, indossa un pastrano e guarda sì alla vita, ma soprattutto alla morte. Uno spettacolo da non perdere con un protagonista della storia del teatro italiano.

X

Preferenze per tutti i servizi

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Abilitando l'uso dei servizi di terze parti, accetti la ricezione dei cookies e l'uso delle tecnologie analitiche necessarie al loro funzionamento.

© 2009-2024 Comunicare Futuro Srl
C.F. e P.IVA 09364120965

Mobile version

Fai pubblicità con Logosnews
Gestione cookie     Privacy