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Sociale, Storie, Turbigo

A Kluczbork, per portare gli aiuti

L'esperienza dell'assessore di Turbigo, Andrea Azzolin. Assieme ad altre quattro persone è andato in Polonia per portare i tanti pacchi di aiuti alla popolazione ucraina.

Nel cuore, le tanti immagini della grande solidarietà per il popolo ucraino, ormai da settimane e settimane, costretto a vivere i terribili momenti della guerra; nella testa, invece, la consapevolezza che se molto si è fatto e si sta facendo, tanto ancora, però, bisogna continuare a fare. Da Turbigo fino in Polonia, insomma, per portare il materiale raccolto in paese (generi alimentari, medicinali, vestiti, ecc...) e destinato, appunto, all'Ucraina: un giorno e mezzo circa di viaggio, ma un ricordo che Andrea Azzolin (tra l'altro assessore proprio nel Comune del Castanese) porterà per sempre con sè.

"E' stata, infatti, un'esperienza davvero intensa - racconta - Vedere in prima persona la straordinaria macchina degli aiuti che da giorni è impegnata nell'accoglienza di bambini, donne e famiglie in fuga dal conflitto e ascoltare, poi, alcuni racconti di quanto sta accadendo in quei luoghi, è qualcosa che rimarrà indelebile nella memoria". Lui, dunque, assieme ad altre quattro persone (il consigliere turbighese Riccardo Re, l'amico Roberto e i volontari Francesco a Davide), là in terra polacca, in una delle numerose zone dove stanno trovando un primo riparo i profughi. "Precisamente a Kluczbork (vicino a Katowice) - spiega - Qui, grazie a padre Radek, volto conosciuto e amato dalla nostra comunità, e all’Amministrazione locale, abbiamo lasciato i beni di prima necessità e i farmaci portati direttamente dall'Italia, che sono andati, una parte gli oltre mille rifugiati presenti in quelle zone, mentre il resto a Brzeżany, cittadina gemellata appunto con Kluczbork, per essere, poi, trasferiti in alcuni villaggi vicini a Mariupol".

Momenti, alla fine, dal grande significato e un esempio di sostegno concreto verso chi, purtroppo, si trova in situazioni di grave difficoltà. "Durante la nostra permanenza - conclude - c'è stato modo di parlare anche con il vicesindaco del posto, che ci ha raccontato di come la sua realtà sta accogliendo circa 856 persone, con gli uomini e i sacerdoti che stanno facendo di fatto da padre ai molti bimbi arrivati, perché quelli naturali sono in Ucraina a combattere per la loro libertà. Dalle singole storie, si percepisce, insomma, l'enorme spirito di collaborazione che si è creato. Adesso, comunque, il nostro impegno e la nostra attenzione non si fermano qui: accogliendo, infatti, l'appello della gente, proseguiremo raccogliendo ulteriori aiuti da mandare. Principalmente, ciò di cui in questi istanti c'è più necessità, sono soprattutto medicine e cibo. E l'intenzione è quella di tornare un'altra volta in quei luoghi, per effettuare una nuova consegna e provare a non far sentire sola la popolazione ucraina. Grazie, infine, a chi mi ha accompagnato e alle aziende ce ci hanno dato un contributo per il viaggio".

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