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Salute, Magenta

L'arte che accoglie al 'Fornaroli'

Mezzo secolo di storia, di cura e prendersi cura di decine di migliaia dei nostri cittadini. Storico traguardo per l'ospedale 'Fornaroli' di Magenta.

Mezzo secolo di storia, di cura e prendersi cura di decine di migliaia dei nostri cittadini, un luogo di nascita e alle volte, purtroppo, anche di morte. L’ospedale Fornaroli di Magenta celebra, con un anno di ritardo, il suo cinquantesimo di apertura. E lo fa con grande semplicità e significati. Tra questo, il posizionamento di un’opera d’arte ‘empatica’ al primo piano, accando al pianoforte. “Abbiamo voluto approfittare della generosità dell’artista che ce la lascerà per parecchio tempo, – ha detto il direttore generale dell’ASST Ovest Milanese Fulvio Edoardo Odinolfi – già esposta in ambienti prestigiosi donerà un tocco di cultura importante ai festeggiamenti per il mezzo secolo di vita del Fornaroli”. Aprire la mente, Open your Mind, aprire i cuori alla speranza visti i tempi grigi. Il Fornaroli è ancora covid free, ma in questi giorni di contagi in risalita continua a fornire un grande apporto agli altri nosocomi. “Considero quest’opera sensazionale, – ha commentato il dottor Giorgio Bianconi, Direttore della Psichiatria di Legnano – come l’idea di esporla in questo luogo che mi ha visto vivere i primi passi di medico una trentina di anni fa. In quanto psichiatra mi suggestiona non poco. Possiamo attraversarla, rifletterci negli specchi e capire come essa ci restituisca la nostra immagine per quello che siamo”. Il medico psichiatra spiega che l’opera ricorda la scoperta scientifica dei neuroni specchio. “Grazie a loro siamo dotati di empatia, quella capacità di mettersi nei panni dell’altro. – dice – L’abilità di vedere il mondo come lo vedono gli altri”. Non esiste altro luogo che un ospedale a ricordarci quanto sia importante mettersi nei panni dell’altro. Il luogo dove si convive con la sofferenza quotidiana. “La suggestione che gli specchi ci propongono è di mantenere l’attenzione sulla persona portatrice di sofferenze. – aggiunge – Applaudo ai tanti significati che offre l’opera di Russo. Sono orgoglioso che sia esposta in questo ospedale”. Ogni artista ha un suo fine e quello di Pierangelo Russo è essenzialmente rivolto al sociale. Il lavoro è durato circa tre mesi. “Non ritengo l’arte un esercizio di pura bellezza. – ha detto – Dietro ho avuto l’aiuto di tante persone che ringrazio. A Vigevano quest’opera ha avuto un notevole successo. È stata vista dal grande artista Michelangelo Pistoletto che l’ha voluta alla biennale di Firenze”. Grande emozione per il Sindaco Chiara Calati che ha parlato di “giornata importantissima” e di un “ospedale che genera in noi tantissime emozioni”. L’opera del bernatese Pierangelo Russo è realmente immersa, un progetto intro-prospettico all’interno del visitatore, un’opportunità per rifilettere, mettersi in gioco, scoprire punti di vista diversi.

'FORNAROLI': 50 ANNI DI OSPEDALE

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