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Trucioli di storia, Inveruno

Le bancarelle di San Martino

"Sto passeggiando per le vie di Inveruno dove oggi si svolge la tradizionale fiera del lunedì dopo San Martino, guardo le bancarelle una ad una e come tutti gli anni...".

"Sto passeggiando per le vie di Inveruno dove oggi si svolge la tradizionale fiera del lunedì dopo San Martino, guardo le bancarelle una ad una e come tutti gli anni spero di ritrovarci quell’emozione di quando bambina vidi per la prima volta una bancarella di bigiotteria. Quando ero piccola abitavo a Furato e a turno, ogni anno, i grandi portavano un bambino della famiglia a vedere questa fiera. All’eta di otto anni toccò a me. Siccome la mamma era impegnata a badare ai miei fratelli ci andai accompagnata dalla Zia Maria che, giovanissima e non avendo ancora figli, poteva permettersi il lusso di girovagare fra le bancarelle per tutto il pomeriggio. Presi la bicicletta della mamma, con fatica riuscivo ad arrivare ai pedali, dovevo pedalare quasi in piedi appena appoggiata alla sella, ma la voglia di vedere la fiera era talmente tanta che la fatica di pedalare così scomoda non mi pesava. Dovevo stare attenta però a non perdere la piccola mancia che il papà mi aveva regalato proprio per l’occasione e che con grande cura custodivo nella tasca del cappotto. Lasciammo le biciclette a casa della Zia Carolina che abitava in periferia e ce le avrebbe custodite fino a sera e ci incamminammo verso le vie del centro. Che sorpresa vedere così tanti venditori!! C’erano vestiti, scarpe, pentole, cibo, caramelle, torroni... ma lo stupore più grande fu quando mi ritrovai davanti ad una bancarella che vendeva piccoli gioielli di latta. Non avevo mai visto cose così belle, c’erano persino degli anellini con il nome. Penso di essere rimasta davanti a quella bancarella almeno un’ora. La signora che stava dietro al banco capì il mio stupore e mi fece rimirare uno ad uno ogni piccolo gioiello. La zia stanca di aspettarmi non potè far altro che darmi il benestare di spendere i miei soldini proprio lì. Ma cosa scegliere? Era tutto così bello! Ma il fascino che aveva un piccolo anellino con il mio nome era davvero tanto, e se anche non era di valore per me valeva più di un gioiello d’oro.
Finimmo di fare il giro delle vie ma ero talmente fiera del mio acquisto che tutte le altre bancarelle ormai non attiravano più il mio interesse, volevo solo andare a casa per mostrare a tutta la famiglia il mio anellino. Arrivai a casa e mi ricordo ancora oggi lo sguardo rassegnato di mio fratello quando vide che non gli avevo comprato il torrone e lo sguardo invece di stupore di mia sorella che si mise a rimirare quel prezioso gioiello di poche lire, invidiandomi un pochino. Che bella la fiera quell’anno! E che bello quando ci si accontentava di piccole cose, bastava la tradizione e l’aria di festa per essere felici". (Nonna Mariarosa, Furato, primi anni ‘50)

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