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Legnano

"Mai più guerre"

Il discorso del Sindaco di Legnano Lorenzo Radice per la celebrazione del 4 novembre: "Da oggi Legnano avrà un cittadino onorario che è cittadino di tutta Italia. E un messaggio breve e semplice da comunicarci: mai più guerre".

Buongiorno a tutti i presenti e un saluto particolare alle autorità militari, al presidente e a tutti i componenti di Associarma. Sono tanti i motivi per cui ci ritroviamo in piazza oggi. Siamo qui per festeggiare l’Unità Nazionale raggiunta con la vittoria nella Grande Guerra, da alcuni definita anche la guerra inutile perché non bastò a fermare la follia e il virus dei nazionalismi. Ma dopo quella prova e dopo la barbarie della Seconda Guerra mondiale il nostro continente, l’Europa, è riuscito a imprimere una svolta decisiva nella sua storia. Ha riconosciuto che quello che univa le sue nazioni era più di quello che fino ad allora le aveva divise. Per questo celebriamo il valore dell’unità nazionale, perché è maturata la consapevolezza che le singole nazioni contano di più e diventano più forti se sono inserite in un quadro stabile e di pace come è l’istituzione europea.
Oggi ci troviamo riuniti intorno a tre parole: unità, forze armate e caduti
La prima parola, l’Unità nazionale, rappresenta un valore che diamo per scontato perché nessun esercito straniero, oggi, occupa parti del nostro territorio. E questo è vero, ma non basta perché, come italiani, possiamo dirci uniti. Perché un nemico, un invasore, oggi, purtroppo c’è ancora. È presente in Italia come in tante altri parti del mondo, anche se non imbraccia armi e non indossa una divisa. È un nemico che stiamo combattendo da oltre un anno e mezzo. Oggi, più che mai, bisogna essere uniti. Per vincere la lotta contro il virus bisogna ritrovare quell’unità di intenti che ha sempre permesso agli italiani di compiere imprese straordinarie. Imprese straordinarie in tutti i campi. Non possiamo combatterci l’uno con l’altro perdendo di vista l’unico vero nemico, che è un nemico comune. Insieme possiamo e dobbiamo batterlo nel più breve tempo possibile per ritrovare quella normalità che rischia di diventare un ricordo.
La seconda parola è forze armate. Le forze armate, oggi, in un contesto profondamente cambiato rispetto ai fatti storici che celebriamo, rivestono un ruolo magistralmente sintetizzato dal Capo dello Stato Sergio Mattarella nel messaggio del 4 novembre: “un patrimonio di virtù civiche, di coesione, responsabilità a disposizione del Paese”. A loro va il nostro grazie incondizionato. Grazie a chi è al servizio della comunità internazionale in delicate operazioni in ogni angolo del mondo per il mantenimento della Pace. Grazie a chi è al servizio dello Stato e delle nostre comunità per garantirci la sicurezza nella vita di tutti i giorni. Grazie di esserci sempre, nei momenti più complessi e drammatici. Grazie per un impegno a tutto campo, che spazia dalla lotta alla criminalità, all’impegno per salvaguardare l’ambiente, al contrasto alle frodi nelle tante forme in cui si manifestano a spese dei più fragili. Questo sono le forze armate oggi, forze al servizio delle nostre vite.

La terza parola è caduti. E i caduti, oggi e sempre, sono il monito a non commettere più l’errore di credere che le ragioni si debbano imporre con la forza. Che vi sia qualcosa al di sopra del diritto alla vita di ogni uomo. Che la vita, anche di un solo uomo, sia sacrificabile per qualche motivo superiore. I caduti sono un monito rivolto all’assurdità di ogni guerra. I caduti sono quelli che abbiamo perso, spesso nel fiore della vita, spesso ignari di quello per cui andavano a combattere, spesso obbligati ad andare a combattere. I caduti sono stati il sacrificio fatto dai potenti sull’altare delle loro ambizioni. I caduti sono, innanzitutto, le vittime di chi ha imboccato il vicolo cieco della guerra ed evitato la complessità e i problemi con cui deve sapere confrontarsi la vera e buona politica. I caduti sono una sconfitta per tutti, per chi vince come per chi perde una guerra, perché, una volta tolte le divise, che possono essere diverse fra loro, restano gli uomini, che sono tutti uguali per dignità e diritti.
Oggi Legnano si unisce alle città italiane che conferiscono la cittadinanza onoraria al Milite Ignoto. Lo facciamo aderendo alla proposta di Associarma su invito fatto ai Comuni da parte di Anci. Il Milite Ignoto, tema della conferenza tenuta qualche giorno fa a Palazzo Leone da Perego dal professor Giorgio Vecchio, è un caduto senza nome, un caduto che rappresenta idealmente tutti i caduti italiani in guerra. E del resto, cosa è una guerra se non un micidiale meccanismo per sopprimere l’identità e l’unicità di ogni uomo? Per cancellare tutto, a volte perfino quel nome che può tramandarne il ricordo? Da oggi Legnano avrà un cittadino onorario che è cittadino di tutta Italia. Un cittadino che ci ricorda il valore prezioso della Pace e che ha un messaggio breve e semplice da comunicarci: mai più guerre.

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