facebook telegram twitter whatsapp

Trucioli di storia

Il pescatore

"Il lago di Iseo è la mia seconda casa... posso dire di aver passato metà della mia vita su queste acque. Anche se adesso i capelli grigi ed il bastone...".

Il lago di Iseo è la mia seconda casa... posso dire di aver passato metà della mia vita su queste acque. Anche se adesso i capelli grigi ed il bastone non mi permettono più di salire sulla mia barchetta, non posso fare a meno di uscire la mattina presto per andare a vedere mio nipote che ancora oggi continua ciò che io ho insegnato a suo padre. Alberto infatti continua la tradizione della nostra famiglia di pescatori ed io ne sono orgoglioso. Mentre lo guardo quasi sempre mi ritorna in mente quando, giovane e fiero, ero io a guidare quella barchetta, una barchetta semplice, in legno, dipinta azzurro cielo, ma per me era come possedere una Ferrari. C’ero nato su quella barchetta, e non è solo un modo di dire, è la verità. Ai miei tempi il lavoro veniva prima di tutto, anche della famiglia. I miei genitori facevano i pescatori e per loro la barca era parte integrante della famiglia, tanto che mia madre restò a casa solo la notte che mi diede alla luce, poi, siccome non c’era nessuno che badava a me, subito i giorni seguenti mi avvolse in fasce e mi portò con se a pesca tutte le notti. Non c’era culla più confortevole di quella barchetta e il dondolio delle acque era il mio cullare... Tanto ero abituato a rimanere fuori tutte le notti che quando divenni più grande per me era una sofferenza rimanere a casa a dormire nel mio letto per poter andare a scuola la mattina. Spesso e volentieri lasciavo uscire i miei di casa facendogli credere che dormivo e poi correndo e prendendo la strada più breve riuscivo a farmi trovare prima di loro sulla barca, a quel punto non potevano fare a meno di portarmi con loro e riuscivo così a marinare la scuola. Avrei dovuto studiare di più, di certo qualche nozione di matematica ed italiano mi manca, ma in quanto alla pesca ho imparato tutto dai miei genitori, dal saper lavorare all’amore del lago, dal rispetto dei pesci ai tempi di “fregola” (si diceva così quando un certo tipo di pesce era in riproduzione e non si doveva pescare) al collaborare con gli altri pescatori perchè mi dicevano: “Se oggi aiuti qualcuno, domani qualcuno nel momento del bisogno può aiutare te” e sull’acqua di aiuto ne hai sempre bisogno. Temporali, nebbie e vento, infatti, di notte fanno paura e se hai la certezza di avere amici intorno le affronti meglio. Ho cercato di trasmettere tutto a mio figlio, soprattutto il rispetto e la collaborazione, e sono fiero quando oggi vedo mio nipote utilizzare le stesse mie tecniche. Suo padre ne ha fatto tesoro ed ora il tesoro è nelle mani di un altro fiero giovane... e chissà se anche lui porterà un bimbo in fasce a farsi cullare sulla barchetta. (Nonno Adelmo - Trucioli di Storia)

X

Preferenze per tutti i servizi

Questo sito o gli strumenti terzi da questo utilizzati si avvalgono di cookie. Se vuoi saperne di più o negare il consenso a tutti o ad alcuni cookie, consulta la cookie policy.
Abilitando l'uso dei servizi di terze parti, accetti la ricezione dei cookies e l'uso delle tecnologie analitiche necessarie al loro funzionamento.

© 2009-2024 Comunicare Futuro Srl
C.F. e P.IVA 09364120965

Mobile version

Fai pubblicità con Logosnews
Gestione cookie     Privacy