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Commercio, Castano Primo

'Green pass': "Chiusi un giorno"

Un giorno di chiusura della sua attività. La protesta del ristorante-pizzeria 'La Cometa' di Castano "Contro la discriminazione del settore e la difesa del libero arbitrio".

Le porte chiuse, le serrande abbassate e tutte le prenotazioni annullate. "Un giorno di chiusura, per protestare contro la discriminazione del settore e la difesa del libero arbitrio". La voce di Valentina, titolare del ristorante-pizzeria 'La Cometa' di Castano, si mischia, inevitabilmente, con l'amarezza e con la rabbia, perché dopo oltre un anno e mezzo già complicato (tra aperture e stop, misure e, quindi, linee guida che cambiano di continuo) per l'emergenza Covid-19, adesso chi come lei gestisce appunto un'attività di ristorazione si trova a doversi confrontare anche con il 'green pass'. "Un gesto che è nato d'istinto, perché quando abbiamo letto la documentazione che ci è arrivata, abbiamo pensato che un Governo (di qualsiasi parte politica sia), non può fare delle scelte e scaricare le responsabilità sui commercianti - spiega - Nel caso specifico, sui ristoratori, ma pure sulle palestre, sulle piscine, sui cinema, ecc... Non siamo noi, insomma, che dobbiamo fare i controllori degli altri, bensì il nostro compito è quello di accogliere i clienti e questi ultimi, ci tengo a sottolinearlo, devono essere tutti uguali. Giusto, certo, mantenere le distanze, igienizzare le mani e indossare le mascherine se non si è al tavolo: regole che abbiamo sempre rispettato e che andremo avanti a seguire per la salute e la tutela di coloro che entrano nel nostro locale, il resto, invece, non è e non dovrebbe essere di nostra competenza". Più precisamente, appunto, la verifica del cosiddetto 'green pass', che ha portato proprio 'La Cometa' ha decidere di fermarsi per una giornata intera. "Dopo mesi e mesi di incertezze e difficoltà, qualcuno ci ha chiesto perché abbiamo voluto fare questo gesto, rinunciando così al lavoro di quei momenti - afferma - Onestamente ci è pesato poco, visto che siamo, comunque, in un anno di fatiche, perdite, combattimenti e cambiamenti costanti, adattandoci e spiegando ogni volta alla gente quello che accade e ciò che sarebbe stato". Senza dimenticare, ovvio, le iniziative che, nel frattempo, si sono dovute mettere in campo dal punto di vista della sicurezza. "Davvero tante - conclude - Per quanto ci riguarda, ad esempio, all'inizio della pandemia, abbiamo deciso di chiudere quasi un mese, perché abbiamo voluto capire le normative e le responsabilità sui dipendenti e sulla clientela. Quando, poi, ogni singolo passaggio è stato più chiaro, allora si è riaperto con le continue modifiche che ormai si conoscono a memoria. Adesso, però, pensavamo, dopo la possibilità di svolgere l'attività solo all'aperto, di essere tornati a lavorare, mentre ci siamo ritrovati di nuovo nel baratro".

'LA COMETA': "UN GIORNO CHIUSI; UN GESTO DI PROTESTA"

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