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Turbigo

Muore schiacciato dall'auto

Daniele Cavalli, 42 anni di Turbigo, era nel garage della sua abitazione

Dolore, lacrime e sgomento a Turbigo. Familiari, parenti ed amici non si danno pace. Il loro Daniele non c’è più, ucciso da un terribile incidente mentre si trovava tranquillamente nel box della sua abitazione. E, oggi, tutti si chiedono come si possa morire di una morte tanto atroce quanto assurda, con mille progetti da realizzare ed un futuro ancora da scrivere. La tragedia, ieri sera. Daniele Cavalli, 42 anni, era impegnato in alcuni lavori di manutenzione e verifiche all’auto di un amico quando, all’improvviso e per cause che sono ora al vaglio degli inquirenti, il cric ha ceduto, facendo cadere la vettura che lo ha schiacciato. Era nel box di casa sua, una bellissima villetta all’angolo tra le vie Galileo Galilei e Bagotta, a pochi passi dal passaggio a livello della piazza Mercato, dove abitava assieme ai genitori e dove, ieri mattina, sono state davvero numerose le persone che, appena saputa la tragica notizia, si sono ritrovate per stare accanto alla famiglia. Nei loro occhi c’è la disperazione e l’incredulità, nei loro cuori solo dolore ed un grande vuoto. “Una persona buona, sempre disponibile e sul quale sapevi di poter contare in ogni momento – a ricordarlo sono i familiari, la mamma ed il papà e i tre fratelli, una femmina e due maschi, di cui uno il suo gemello – Un grande lavoratore ed un punto di riferimento. Come si può morire così?”. L’allarme poco dopo la mezzanotte. A nulla, però, sono serviti il tempestivo intervento della Croce Azzurra di Buscate, dell’automedica da Legnano, così come dei Carabinieri. Quando i soccorritori sono arrivati sul posto, infatti, il cuore di Daniele aveva già smesso di battere ed i suoi occhi si erano chiusi, ormai, per sempre. Al medico ed ai volontari buscatesi, che hanno, comunque, cercato di riportarlo alla vita, non è, quindi, rimasto altro da fare che constatarne il decesso e disporre il suo trasferimento alla camera mortuaria per l’esame autoptico. Da quanto si è saputo il 42enne turbighese era impegnato, come detto, in alcuni lavori di manutezione e verifiche all’auto di un amico quando è rimasto schiacciato dalla stessa vettura, a seguito del cedimento improvviso del sollevatore. E sarebbe stato proprio l’amico a rendersi conto che gli era accaduto qualcosa. Non riuscendo a contattarlo e, soprattutto, non vedendolo arrivare per restituirgli il mezzo, ha deciso di recarsi a casa sua per controllare, facendo la terribile scoperta. “Da quello che ci hanno riferito, Daniele non rispondeva – continuano i familiari – così l’amico ha chiamato i nostri genitori e insieme sono andati a vedere nel box dove è stato trovato privo di vita”. Subito è partita la richiesta di intervento ai mezzi di soccorso, ma, ormai, non c’era, purtroppo, più niente da fare. “I motori erano la sua passione – dicono i genitori ed i fratelli – Tanto che il suo sogno era, un giorno, di poter lavorare in proprio, aprendo, appunto, un’officina”. Un progetto che rimarrà, purtroppo, tale e che, oggi, è volato via insieme a lui.

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