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Castano Primo

La loro è stata un'estate di solidarietà

Dieci ragazzi, don Mauro e suor Emma in Etiopia per portare aiuto e un sorriso

La loro è stata un’estate di solidarietà. Niente mare, montagna o città d’arte perché dieci ragazzi, tutti di Castano Primo e di età compresa tra i 18 ed i 29 anni, hanno deciso di trascorrere una parte delle vacanze estive aiutando chi, purtroppo, è meno fortunato. Bambini, adolescenti, adulti ed anziani di una terra così lontana che, però, per due settimane è sembrata tanto vicina. Partiti lo scorso 8 agosto assieme a don Mauro e suor Emma, della parrocchia castanese di San Zenone, i nostri giovani sono rimasti per quindici giorni (fino al 22) in Etiopia dove hanno potuto vivere una straordinaria esperienza di vicinanza e di sostegno per oltre 800 bambini e ragazzi. “Come parrocchia e come gruppo missionario – dice don Mauro – ormai da diverso tempo siamo in contatto e facciamo attività in Italia di sostentamento a diverse missioni che le nostre suore svolgono in Africa, così come in altre parti del mondo. Tra queste vi è suor Rosaria, dell’ordine salesiano, che, proprio in Etiopia, sta svolgendo un significativo lavoro. E’ grazie a lei, quindi, se abbiamo potuto provare questa bellissima esperienza di vita e, in modo particolare, di crescita”. Durante la loro permanenza in terra africana, i giovani castanesi, don Mauro e suor Emma hanno alloggiato a Zway, una cittadina a sud della capitale Addis Abeba, per poi, ogni giorno, trasferirsi a Ghirmaanaa, un villaggio adibito a scuola, ritrovo dei bimbi e dove ciascuno ha la possibilità di cimentarsi in varie attività, proprio per un contatto diretto e per portare un aiuto concreto. “E’ qui che suor Rosaria opera – continua don Mauro – cercando di offrire a chi vive in quelle terre tutto il sostegno possibile. Si lavora, quotidianamente, per creare qualcosa di positivo, per l’istruzione, la crescita e per permettere ad ognuno di loro di trascorrere momenti di coinvolgimento. Basta davvero poco per vederli sorridere e sentire nei cuori un’emozione indescrivibile. Il nostro compito è stato di svolgere con loro attività di intrattenimento, realizzare giochi insieme, distribuire i pasti, aiutarli nei compiti, così come nella coltivazione dei campi ed anche nella fabbricazione di oggetti che abbiamo portato in Italia e che venderemo durante il mese missionario. Piccoli e semplici gesti che per noi sono, forse, normali, ma che per loro hanno un significato unico ed indescrivibile. Stavamo lì quasi per l’intera giornata: la mattina partivamo da Zway e vi facevamo ritorno il pomeriggio, verso le 15.30/16 quando iniziava a diventare buio”. Un’esperienza irripetibile, come l’hanno descritta chi ci è andato. Momenti che hanno lasciato significati profondi in ognuno di loro. E per questo, oggi, tutti hanno chiesto al don di poterci tornare. Magari, già, in inverno, durante il periodo di Natale.

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