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Commercio, Salute, Editoriali

#ioapro o "io rispetto le regole"?

Ma è davvero possibile, come altri ipotizzano, provare ad aprire avendo poi avvocati che tutelerebbero l'attività e gli eventuali clienti? Ma soprattutto, è giusto? In questi mesi abbiamo conosciuto, raccontato, testimoniato tantissime attività che si sono reinventate nel rispetto delle norme (e quindi delle persone e di chi lavora in ambito sanitario).

Da quasi un anno il nostro Paese, così come il resto del mondo, è alle prese con l'emergenza sanitaria ed economica del Coronavirus. Una situazione del tutto inaspettata che ha provocato migliaia di morti, milioni di malati, sistemi sanitari al collasso e anche tante storie di difficoltà familiare ed aziendale.
Alcuni esercizi commerciali, esasperati, hanno lanciato per domani (15 gennaio) l'iniziativa #ioapro. "L'idea è quella di una protesta pacifica, senza però trasgredire alle norme, che li vedrà accogliere ugualmente nei loro locali i clienti, che si siederanno ai tavoli in segno di solidarietà e vicinanza alla categoria. "Non spengo più la mia insegna, io apro - si legge nei vari messaggi di annuncio dell’iniziativa - La nostra, voglio ribadirlo, è una protesta pacifica volta a dimostrare il nostro senso di responsabilità e la nostra capacità di rispettare e far rispettare le regole di prevenzione del Covid-19. Ai partecipanti è richiesto di accomodarsi al tavolo assegnato (non più di 4 persone) e di rimanere seduti e composti. La mascherina andrà indossata per accedere al locale e per alzarsi per qualunque motivo. Una volta seduti potrà essere tolta, piegata e messa via. Non sarà possibile somministrare cibi e bevande, quindi consumarle in loco. Vi chiediamo di passare una mezz'ora con noi e di pubblicare un selfie con gli hashtag".
Ma è davvero possibile, come altri ipotizzano, provare ad aprire avendo poi avvocati che tutelerebbero l'attività e gli eventuali clienti? Ma soprattutto, è giusto? In questi mesi abbiamo conosciuto, raccontato, testimoniato tantissime attività che si sono reinventate nel rispetto delle norme (e quindi delle persone e di chi lavora in ambito sanitario).
Proprio ora che vi sono i vaccini, vengono chiesti gli ultimi sacrifici, ha senso andare contro le norme di legge (per cui punibili legalmente) per arrischiare aperture che non garantiscono comunque la presenza della clientela. Non sarebbe meglio sostenere le nostre attività con meno acquisti online o nella grande distribuzione e puntare su negozi e locali di paese?

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