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Commercio, Inchieste, Castano Primo

"L'asporto per lavorare..."

Ristoranti ancora chiusi anche in queste festività di Natale. E, allora, ci si affida alle consegne a domicilio. Abbiamo incontrato Massimi, dell'osteria 'Del Vinacciolo' di Castano.

Sul tavolo all'ingresso il menù d'asporto, quello che, ormai, per tutti loro è diventato quasi il foglio distintivo. Massimo ha appena finito di parlare con un cliente quando arriviamo nel suo locale; il tempo, insomma, di dare le ultime indicazioni al suo staff e di mettere 'nero su bianco' la prenotazione e poi, ecco che ci fa accomodare in una delle sale. Perché anche lui, come i tanti i suoi colleghi ristoratori, a causa dell'emergenza Covid-19 e delle varie chiusure, restrizioni e limitazioni, da mesi e mesi ormai, ha dovuto affidarsi alle cosiddette consegne a domicilio. Lo ha fatto praticamente da subito, dall'inizio della pandemia, e lo farà pure in queste festività natalizie, visto l'ennesimo 'stop' deciso dal Governo, appunto, per i ristoranti. "Per quanto ci riguarda, proiettati nell'ottica che un nuovo fermo avrebbe potuto esserci - spiega il titolare dell'osteria 'Del Vinacciolo' di Castano - abbiamo deciso di portarci avanti, programmando proprio per il periodo tra Natale e Capodanno un menù d'asporto appositamente creato". Un blocco (l'ennesimo), alla fine, che certo dispiace e fa male, ma che non lo ha preso di sorpresa. "Da cittadino, infatti - continua - vedendo lo scempio dell'estate, ero convinto che la scelta sarebbe stata questa. Quindi, fin dal principio abbiamo cercato di attivarsi con un nuovo modo di fare ristorazione. Ovvio, non so fino a quando andrà, però, adesso, è fondamentale per pagare i dipendenti, le spese e avere anche noi qualcosa da mangiare nel piatto". Asporto, allora, sembra essere diventata la parola principale oggi, nella speranza che, presto, si possa tornare alla normalità. "Tenete conto - ribadisce - che per le feste come prenotazioni eravamo al completo; e lo stesso era per ottobre e novembre, con tutti gli altri eventi o cerimonie che erano state posticipate in primavera e nei primi istanti dell'estate. E' stato un vero e proprio rincorrere per parecchio tempo, senza, però, non avere visto e non vedere ancora adesso, purtroppo, il traguardo finale. Bisogna vivere, come si dice, alla giornata, ma capite bene che per un'azienda questo non è ammissibile. Muoversi in una simile direzione, non significa, infatti, avere un'attività, bensì è sinonimo di avere paura del domani e di cosa potrà succedere. Ecco, non è così che una realtà può andare avanti. E per gennaio, infine, resta un grosso punto di domanda. Se non gira l'economia, onestamente, penso che sarà ancora più grigia dei mesi appena passati".

"UN MENU' D'ASPORTO PER IL PERIODO DI NATALE..."

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